Delegazione marocchina in Toscana

Una delegazione di docenti universitari, amministratori locali e rappresentanti delle associazioni del Marocco, dal 27 settembre al 1 ottobre visiterà le strutture di accoglienza della Toscana.

Il gruppo, composto da sette persone, fa parte dell'Universitas Programme gestito dall'UNOPS con sede presso la FAO a Roma.

Si tratta di un programma della Rete di cooperazione universitaria Nord Sud dello Sviluppo Umano delle Nazioni Unite attraverso il quale il Marocco intende formare i formatori dei suoi operatori sociali. I sette ospiti nord africani sono in Toscana per uno stage di cinque giorni, tappa finale del loro percorso formativo.

«Il Marocco, attraverso il programma gestito dall'UNOPS – spiega la dott.ssa Haram Sidibè, coordinatrice del progetto – ha necessità di formare il personale e vuole conoscere come funziona il welfare in altri paesi. Tra questi è interessato a conoscere il sistema italiano, in particolare in Toscana e Umbria, e quello spagnolo. Oltre ai sette ospiti della Toscana ce ne sono altri otto che visitano l'Umbria mentre quindici saranno ospiti di Siviglia e Granada».

La visita in Toscana (vedi il programma pdf-2.1Mb) è organizzata in collaborazione con l'Università di Siena, Dipartimento delle scienze sociali ed il Dipartimento del Master per i Diritti Umani, la Provincia e il Comune di Siena. La delegazione visiterà anche Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Pistoia e Firenze.

L'incontro nel capoluogo toscano prevede la mattinata del 28 settembre all'Istituto degli Innocenti durante la quale verrà affrontato il tema dell'infanzia abbandonata e della de-istituzionalizzazione. Verrà quindi illustrata l'esperienza della realtà toscana e la competenza e l'esperienza dell'Istituto a cui seguirà una visita alle strutture d'accoglienza come la Casa Bambini ma anche il Centro di documentazione, la Biblioteca Innocenti Library e altri servizi.

«In Marocco ci sono circa 200 strutture di accoglienza per bambini, anziani e soggetti con problemi psichiatrici – racconta la coordinatrice del progetto – ci sono situazioni nelle quali i malati di mente sono in strutture totali che ospitano anche gli anziani mentre i bambini sono tolti dalle strade e ospitati in istituti. É utile per esempio sapere che un bambino con sindrome di Down può andare a scuola con gli altri bambini come avviene in Italia. Nel paese nord africano esiste un'estrema povertà, soprattutto nelle aree rurali e nelle zone periferiche delle città dove sorgono le bidonville. Questo tipo di formazione, oltre che a contribuire alla creazione di un sistema di welfare nazionale e locale, attraverso un confronto con le esperienze più avanzate come quelle della Toscana, è utile anche a mantenere i contatti con i Paesi che hanno partecipato al percorso formativo». (sp)

Ultimo aggiornamento: 19/11/2012 - 09:53