"II sostegno professionale ed educativo negli incontri protetti"

Organizzato da Istituto degli Innocenti e Agenzia formativa Kaleidos, con il sostegno di CNCM (Coordinamento Nazionale Comunità per Minori), il percorso formativo si rivolge a quanti intendono aggiornare le proprie competenze in materia di incontri genitori/bambini in contesti protetti.

Il corso, che partirà a settembre 2010, è rivolto agli operatori di servizi pubblici e privati nell'area sociale ed educativa (comunita', case-famiglia, centri per le famiglie, centri diurni, servizi educativi per la prima infanzia) dei servizi sociosanitari per minori e famiglia, oltre che a psicologi, educatori professionali, laureati in psicologia, scienze della formazione, scienze sociali e politiche.

Offre l'opportunita' di arricchire le proprie conoscenze e il proprio know how professionale, alla ricerca di nuove chiavi di lettura e strumenti per interpretare e accogliere bisogni educativi, di supporto sociale e accompagnamento qualificato in questi delicati momenti di interazione fra i bambini e le famiglie.

Gli incontri cosiddetti "protetti" sono infatti misure previste nei casi di allontanamento del minore da uno o entrambi i genitori, con provvedimento dell'autorità giudiziaria. Si svolgono in un luogo "neutro", alla presenza di un operatore/educatore qualificato

Ma quali problemi si riscontrano e come deve agire l'operatore per rendere questi momenti davvero costruttivi? Ce ne parla Laura Targetti, responsabile delle strutture di accoglienza dell'Istituto degli Innocenti: "Le difficoltà più frequenti riguardano la conflittualità tra gli adulti che prendono parte all'incontro e quelli che hanno in carico il minore. L'operatore deve sempre essere in grado di evitare che il bambino venga strumentalizzato e sia oggetto di messaggi che alimentano questa conflittualità"

"Il compito più delicato - continua Targetti - sta nel comprendere quando è necessario intervenire per facilitare l'approccio di un genitore in difficoltà o quando invece basta farsi da parte e permettere che il rapporto si ricostruisca naturalmente. In questo può essere d'aiuto anche un'organizzazione adeguata dello spazio, che consenta all'operatore di essere presente senza invadere, quando non necessario, la relazione genitore/figlio"

Ulteriore e complesso compito dell'operatore è valutare gli esiti degli incontri: "Prima di vedere i genitori - spiega ancora Laura Targetti - i bambini hanno grandi aspettative oppure grandi paure. L'operatore deve essere in grado di "leggere" sul bambino l'impatto emozionale degli incontri e anche di segnalare la necessità di una sospensione, qualora la relazione non sia matura per essere ricostruita. Gli incontri sono comunque un'opportunità importante per tutelare il diritto del bambino ad avere un rapporto significativo con entrambi i genitori, quando possibile"

E come interpretare invece i comportamenti degli adulti? "E' molto difficile - continua Laura - valutare obiettivamente le capacità genitoriali in un ambito così ristretto e influenzabile. Molti fattori entrano in gioco, non ultimo quello culturale. L'approccio fisico di una madre cinese a suo figlio sarà, ad esempio, completamente diverso rispetto a quello di un'italiana o di un'africana, ma non per questo meno completo. Il nostro concetto di genitorialità non ha una validità universale e non deve quindi essere applicato indistintamente." "Sarebbe poi importante - conclude Targetti - inserire uno spazio di ascolto per gli adulti coinvolti negli incontri. Spesso infatti ci viene segnalata dai genitori la mancanza di un momento di confronto con gli operatori, in assenza del bambino, dove poter esprimere i disagi che emergono in quel particolare contesto". (fr.c)


Per informazioni consultare il sito: www.formarsi.istitutodeglinnocenti.it
Questo il depliant del corso

Ultimo aggiornamento: 27/06/2012 - 09:58