“Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, a tutti i bambini deve essere garantito il diritto all'istruzione, ai servizi sanitari, all'alloggio, alla protezione, a partecipare alle decisioni che li riguardano, al tempo libero e alle attività ricreative, a una dieta equilibrata e alla crescita all'interno di una famiglia. Tuttavia, all'interno dell'UE, la Convenzione è lontana dall'essere soddisfatta”. Sono queste le parole con cui inizia la motivazione alla base della risoluzione del Parlamento europeo sulla riduzione delle disuguaglianze, con un'attenzione particolare alla povertà infantile.

A fronte dei dati Eurostat che parlano di 26 milioni di bambini esposti al rischio di povertà solo nel 2014, il Parlamento europeo (lo scorso 23 novembre) ha votato in seduta plenaria una risoluzione per chiedere agli Stati di stabilire come priorità la lotta alla povertà minorile. I deputati hanno chiesto inoltre di garantire a tutti i bambini l’accesso all’educazione pubblica, gratuita, aperta a tutti e a tutte le età.

In media, in tutto il continente, più di un bambino su quattro è a rischio di povertà e di esclusione sociale: sono il 27,7% dei cittadini europei con meno di 18 anni. Questo significa anche che non a tutti i bambini sono garantiti pasti adeguati: “è preoccupante – si legge nella risoluzione – che la percentuale di bambini che vivono in povertà assoluta e di lunga durata (oltre 3 anni) sia in aumento e che in paesi come l'Estonia, la Grecia e l'Italia, la percentuale di bambini che non possono mangiare carne, pollo o pesce per due giorni consecutivi sia raddoppiata dal 2008”.

Proprio nel nostro Paese i bambini a rischio povertà sono (nel 2014) il 32,2%. I tassi più elevati sono stati riscontrati in Ungheria (41,4%), in Bulgaria (45,2%) e in Romania (51%). Alti anche i tassi di povertà dei minori in Spagna (35,8%) e in Grecia (36,7%); nel Regno Unito si arriva al 31,3% mentre in Francia i bambini a rischio povertà sono il 21,6%. I paesi con meno rischio sono la Danimarca (14,5%), la Finlandia (15,6%) e la Svezia (16,7%).

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Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:41