L'esperienza delle “sezioni primavera”, la questione degli anticipi nella scuola dell'infanzia, la realtà dei servizi educativi domiciliari. Sono alcune questioni affrontate nel nuovo Rapporto di monitoraggio del Piano di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, presentato a Roma il 26 settembre scorso, in occasione del seminario Nidi e servizi per l'infanzia. I dati, le analisi e le possibili prospettive.

Il rapporto - realizzato da un gruppo di esperti costituito a cura dell'Istituto degli Innocenti, nell'ambito dei programmi del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza definiti da parte del Dipartimento per le politiche della famiglia d'intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – offre un quadro dei dati sui servizi educativi per la prima infanzia aggiornato al 31 dicembre 2011, senza trascurare spunti di riflessione sulle prospettive future dell'offerta educativa nel nostro Paese.

Aldo Fortunati, direttore dell'area educativa dell'Istituto e coordinatore del gruppo di esperti che ha realizzato il documento, spiega la principale novità del rapporto. «I dati presi in esame derivano da una molteplicità di fonti: alcune edizioni annuali dell'indagine Istat sulla spesa sociale dei Comuni; la raccolta integrata dei dati messi a disposizione dalle Regioni e dalle Province autonome; i dati del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sugli “accessi anticipati alla scuola dell'infanzia” e sulle sezioni primavera”; i dati riconducibili alla “anagrafica generale dei servizi educativi per la prima infanzia” elaborata dal Servizio statistica dell'Istituto. Una molteplicità di fonti che consente di conoscere importanti caratteristiche del sistema integrato dell'offerta».

Un aspetto positivo messo in evidenza dal rapporto è sicuramente la crescita consistente del sistema dei servizi: si è passati da 231.978 posti al 31.12.2008 a 287.364 al 31.12.2011, per una percentuale di copertura che è salita dal 16,2 al 18,9 per cento. I dati rivelano, inoltre, la tipologia di servizio preferita dalle famiglie, che è rappresentata dal nido: i posti nelle unità di offerta di nido aumentano da 207.816 al 31.12.2008 a 258.413 al 31.12.2011, con un corrispondente incremento della percentuale di copertura dal 14,5 al 17 per cento. I servizi integrativi, invece, crescono in misura più lieve.

Rimangono, tuttavia, alcune criticità. Una di queste è la diversa distribuzione dell'offerta di servizi nel Paese. «Il divario territoriale tra le Regioni – sottolinea Fortunati - continua a essere un tratto caratteristico e critico della situazione italiana». Le differenze, si legge nel documento, «discriminano ancora fortemente le opportunità di accesso ai servizi da parte di bambini residenti in diverse aree territoriali sotto molteplici punti di vista: per un verso, nidi e servizi integrativi sono concentrati nel centro/nord e molto meno nel sud e nelle isole (la percentuale di copertura – sempre per macro-aree – nel centro/nord oscilla fra 19,2 e 22 per i nidi e fra 1,7 e 3,1 per i servizi integrativi, mentre per sud e isole le analoghe percentuali sono pari, rispettivamente, a 7,5 e 0,8), per l'altro la percentuale più forte di accessi anticipati alla scuola dell'infanzia si realizza proprio nel mezzogiorno e solo marginalmente nel centro/nord (gli anticipatari alla scuola dell'infanzia – ancora per macro-aree – sono fra il 3,1 e il 3,3 per cento nel centro/nord, mentre nel sud salgono all'8,5 per cento)».

Il rapporto è suddiviso in due contributi generali e altri sei di approfondimento tematico. Il primo contributo generale riporta l'analisi del Piano straordinario di sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia nell'ambito della programmazione 2007-2013 delle risorse per lo sviluppo del sistema dei servizi, mentre il secondo propone un commento ai dati aggiornati disponibili. I sei contributi di approfondimento, invece, si soffermano su questi temi: la rassegna e l'analisi comparata delle strategie di regolazione, programmazione e attuazione delle politiche da parte delle Regioni e Province autonome; l'analisi approfondita dei risultati dell'indagine su costi di gestione, criteri di accesso e tariffe dei servizi educativi per la prima infanzia; l'esperienza delle “sezioni primavera”; la questione degli anticipi nella scuola dell'infanzia; la realtà dei servizi educativi domiciliari; la realtà e le prospettive dell'educazione familiare in Italia.

«Il 2007, anno di avvio del Piano straordinario – conclude Fortunati - ha segnato l'inizio di un percorso che ha visto Regioni ed enti locali partecipare attivamente all'elaborazione di nuove strategie di programmazione e sviluppo dei servizi. In un periodo critico dal punto di vista economico come quello che stiamo vivendo ormai da alcuni anni si è comunque determinato, sulla base dei provvedimenti incentivanti del Governo legati al Piano, un certo grado di crescita del sistema. L'auspicio è che sia offerta continuità ai progetti di sviluppo dei servizi, con particolare riguardo alle aree del mezzogiorno». (bg)

Ultimo aggiornamento: 21/11/2012 - 10:11