Un gruppo di una decina di bambini saharawi, fino alla fine di agosto, sarà ospite delle associazioni e di alcuni dei Comuni della provincia di Firenze.

Pontassieve, Pelago, Incisa e Dicomano sono i quattro Comuni che, grazie al lavoro delle associazioni e alla disponibilità delle amministrazioni locali per due mesi accoglieranno il gruppo di piccoli ospiti che vivono nei campi profughi. A questi si aggiungono anche Figline e Reggello.

Arrivati il 9 luglio, hanno passato due settimane ospiti del Comune di Pelago. Dal 23 luglio al 1 agosto (programma - pdf 680Kb) saranno ospiti di Rignano, Reggello, Incisa e Figline. Durante la loro vacanza potranno andare in piscina, fare animazione nei circoli Arci e all'oratorio, assistere a concerti e visitare un maneggio. Ci saranno anche momenti istituzionali con il saluto ufficiale di alcuni dei Consigli comunali. Seguiranno due settimane nelle quali saranno ospitati del Comune di Dicomano poi, fino al al 27 agosto giorno della partenza, verranno accolti dal Comune di Pontassieve.

Azzurra Magherini fa parte dell'associazione Laboratorio per la pace che, con l'associazione Saharawinsieme, si occupa di organizzare i gruppi di bambini accolti nel Valdarno: «Il soggiorno dei piccoli saharawi viene diviso tra la parte ludica e quella alimentare-sanitaria. I bambini, a causa delle carenze alimentari dei campi profughi nei quali vivono, quando arrivano in Italia mostrano 3-4 anni meno della loro età. Cerchiamo di nutrirli meglio possibile preparando pasti a base di carne, verdura e frutta che difficilmente si trovano nel deserto».

Nel 1975, quando le forze coloniali spagnole si ritirarono dal Sahara occidentale, Marocco e Mauritania invasero militarmente l'ex colonia spagnola nella quale viveva il popolo Saharawi. L'esercito marocchino occupò la costa - estremamente pescosa - spingendosi nell'interno per oltre 100 km annettendo aree economicamente strategiche ricche di fosfati. Per impedire alla popolazione Saharawi di entrare in queste zone il Marocco - tra il 1982 e il 1987 - ha costruito oltre 2.700 km di muro difeso da militari e campi minati.

Da 35 anni tra 200 e 250 mila saharawi vivono in quattro campi profughi della zona intorno a Tindouf, nel sud ovest del deserto algerino al confine tra Mauritania e Sahara occidentale dove ha sede il quartier generale de Fronte Polisario, espressione militare saharawi. La restante popolazione - circa un milione di persone - abita in una striscia di terra desertica poco importante economicamente tra il confine con la Mauritania e i muri marocchini.

«La popolazione dei campi profughi è organizzata abbastanza bene – spiega Mauro Terrosi, presidente dell'associazione Saharawinsieme – Sono campi autogestiti con ospedali e scuole che funzionano, costruiti dalla cooperazione italiana e spagnola. Il personale delle scuole è saharawi e la classe medica è stata formata a Cuba. Ogni tanto i campi vengono visitati da medici italiani e spagnoli. I bambini che arrivano in visita in Italia vengono anche per problemi medici. Tra gli ospiti di quest'anno c'è anche una bambina in Italia per un richiamo sanitario a causa di un intervento di cataratta congenita eseguito lo scorso anno e un bambino con problemi cardiaci. Inoltre, nel nostro Paese, almeno per qualche settimana, possono avere un'alimentazione migliore. Ma la presenza dei bambini è anche l'occasione per far conoscere i problemi della popolazione Saharawi».

I Saharawi hanno un'alta percentuale di celiaci che con il 6% è tra le più elevate del mondo. Ciò è dovuto a una predisposizione genetica per il fatto che sono vissuti per secoli senza consumare cereali, alimenti ricchi di glutine. La malattia è emersa con l'arrivo degli aiuti umanitari che contenevano cibi derivati dal frumento.

L'Italia, ogni anno, attraverso la solidarietà delle associazioni e dei Comuni accoglie circa 500 bambini. Vengono ospitati in diverse regioni: dall'Emila-Romagna al Lazio, dalla Sicilia alla Liguria, dalla Lombardia alla Sardegna e le Marche che ospitano bambini disabili. In Toscana possono contare soprattutto sull'aiuto di molti comuni delle province di Firenze, Pistoia, Arezzo, Pisa e Livorno. (sp)

Ultimo aggiornamento: 22/11/2018 - 16:32