volto di bambina

Oltre 3 milioni di bambine nel mondo sono a rischio di mutilazioni genitali femminili (mgf). Una pratica con radici nelle tradizioni dell'Africa sub sahariana, e un vari Paesi islamici, che colpisce 140 milioni di donne.

Il 6 febbraio ricorre la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, scadenza che - almeno in Italia - vuole essere a “tolleranza zero” contro questa pratica, anche grazie alla legge 7/2006. Una legge che nell'art. 6 recita: … “Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”.

Si tratta di una pratica, che va dall’incisione all’asportazione – in parte o in tutto – dei genitali femminili esterni. Molto dolorosa e shoccante per le bambine che la subiscono, questa tradizione è estesa non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei, negli Usa, Australia e Canada, luoghi nei quali le famiglie immigrate applicano questo tipo di regole tribali alle proprie figlie.

Secondo l'Oms-Organizzazione mondiale della sanità ci sono varie complicazioni anche molto gravi - sia a livello fisico che psicologico - per chi subisce la mutilazione.

La normativa italiana, oltre alla reclusione per chi pratica queste mutilazioni, prevede anche attività di promozione e coordinamento, campagne informative, formazione del personale sanitario, l'istituzione di un numero verde e la creazione di programmi di cooperazione internazionale.

Il Toscana l'associazione Nosotras è una delle realtà più attive sulle tematiche delle mutilazioni. Laila Abi Ahmad, di nazionalità somala, è la presidente dell'associazione dal 2005: «Oggi, per fortuna, nella comunità dei cittadini con famiglie che hanno a che fare con le mgf, esiste maggiore coscienza rispetto a qualche anno fa. É una comunità nella quale la maggioranza degli immigrati proviene dalla Nigeria ma anche da Egitto, Eritrea, Etiopia e Somalia. In questi anni abbiamo affrontato il problema anche con gli uomini, compito non facile perché la sessualità femminile è un argomento tabù. Fino ad oggi, nonostante la legge 7/2006, è stata emessa solo una condanna quando sappiamo che c'è chi effettua questo tipo di mutilazioni clandestinamente per 300 euro».

In Italia, secondo dati raccolti nel dossier sulle mutilazioni genitali “Il diritto di essere bambine” sono a rischio 7.700 bambine. Tra queste la fascia di età fino a 10 anni è il gruppo più esposto. Il dossier, prodotto dall'associazione L'albero della vita con Nosotras e la Fondazione Patrizio Paoletti, offre uno spaccato a livello mondiale mettendo a confronto la normativa internazionale con la legislazione dei Paesi occidentali e quella italiana.

La Toscana è tra le Regioni che hanno portato avanti programmi di prevenzione e contrasto alle mutilazioni genitali femminili in ambito scolastico e che ha in previsione altri interventi. L'istituzione, nel 2003, del Centro di riferimento regionale per l'assistenza e il trattamento chirurgico delle complicanze sanitarie correlate alle mgf, ne fa una Regione esempio di buona prassi.

«Non abbiamo dati totali sulla Toscana ma a Firenze sappiamo che le bambine a rischio sono circa 360 – sottolinea Laila Abi – e, attraverso la nostra associazione lavoriamo molto sulla prevenzione. Una delle cose sulle quali stiamo lavorando è la creazione di una Rete di associazioni che possono mettere insieme le forze».

Vari sono i progetti realizzati. Tra questi, in ambito scolastico, i corsi di formazione per operatori scolastici, organizzato dall’associazione di donne Nosotras. In ambito sanitario, sempre realizzati da Nosotras, tre corsi rivolti agli operatori sociali. Tre corsi di formazione per il personale sanitario, sono stati organizzati dall’ufficio formazione della ASL in collaborazione con Azienda Ospedaliera Universitaria Pisa, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi. I corsi hanno formato 180 persone (60 a Pisa, 60 a Siena e 60 a Firenze) fra medici, paramedici, pediatri, consultori, assistenti sociali sanitarie oltre ad alcuni dirigenti e mediatori.

Accompagna la Giornata la mostra “Tolleranza Zero” che ha come tema la lotta alle mutilazioni genitali femminili. Allestita nella sala ovale di palazzo Buonamici a Firenze, è promossa dalla Provincia, dall’associazione Nosotras e dalla Società della Salute dell’Asl 4. Raccoglie una ventina di opere di artisti africani che mostrano la loro attiva partecipazione alla protesta contro un cattivo costume della tradizione. L'esposizione, con ingresso gratuito, è aperta fino al 13 febbraio con orario 10.00-13.00. (sp)

(foto:archivio Nosotras)

Ultimo aggiornamento: 07/05/2012 - 10:48