Intervista a Marilina Intrieri, garante per l'infanzia e l'adolescenza della Calabria
Con il garante per l'infanzia della Calabria l'Istituto degli Innocenti ha avviato una collaborazione, che prevede, fra le altre cose, l'elaborazione da parte dell'ente fiorentino del primo rapporto sulla condizione dei minori in Calabria.
10 Aprile 2012
A Marilina Intrieri abbiamo rivolto qualche domanda sulle peculiarità del contesto in cui si attua il suo intervento, sul lavoro svolto finora, a distanza di poco più di un anno di attività, e sui progetti e le prospettive future.
Con la nomina di Marilina Intrieri, avvenuta il 22 dicembre 2010, la Calabria ha provveduto a designare un proprio garante per l'infanzia e l'adolescenza.
Un risultato importante, che ha segnato l'inizio di un percorso di lavoro fatto di alleanze interistituzionali e nuovi progetti finalizzati a garantire una piena ed effettiva tutela dei diritti e degli interessi dei minori, in una realtà che presenta diversi aspetti critici.
Intrieri, docente e giornalista, vanta una lunga carriera politica. Consigliere comunale di Crotone per tredici anni e dal 1992 al 1993 assessore ai servizi sociali della città, dal 1995 al 2000 ha ricoperto l'incarico di consigliere regionale. Deputata della XV legislatura, è stata prima firmataria e cofirmataria di alcuni disegni di legge sulla riforma dell'ordinamento e del processo minorile, la tutela dei diritti dell'infanzia e l'inasprimento delle norme per i reati di mafia. Già membro del direttivo nazionale della Fondazione movimento bambino, fino alla nomina a garante è stata presidente del Consorzio universitario di Crotone.
Qual è la condizione dei minori in Calabria? In quali ambiti occorre intervenire per garantire loro una piena ed effettiva tutela?
La Calabria è molto indietro nell'ambito dei servizi essenziali e primari, sia sociosanitari sia educativi. La fragilità delle famiglie, dovuta a un basso livello culturale e a un'altissima disoccupazione, ha gravi ricadute sui figli. Le priorità d'intervento riguardano senza dubbio i servizi socioassistenziali e sociosanitari. Non abbiamo, però, i dati sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza; proprio per questo sono state firmate le convenzioni con l'Istituto degli Innocenti, per avere un quadro chiaro e completo della realtà dei minori nella nostra regione, che ci permetta di intervenire nel modo più efficace. Nella situazione che ho descritto pesa anche il fenomeno della frammentazione delle tante piccole comunità disseminate sul territorio montano: l'isolamento, non solo viario, determina un'arretratezza culturale che aggrava un quadro già precario, a cui si aggiunge il fenomeno della dispersione scolastica. I comuni non riescono a garantire la presa in carico dei minori a rischio. In attesa del primo rapporto sulla condizione dell'infanzia che sarà elaborato dall'Istituto, ho chiesto ai prefetti il loro intervento, segnalando le inadempienze dei comuni. Il 23 marzo scorso è stato siglato un protocollo d'intesa tra il garante, il tribunale per i minorenni di Catanzaro, la prefettura di Crotone, l'azienda sanitaria provinciale e altri enti, che prevede la costituzione di équipe multidisciplinari, con l'obiettivo di garantire interventi efficaci di protezione e tutela dei bambini e degli adolescenti che si trovano in situazioni di disagio. E' stato istituito anche un gruppo di lavoro per la formulazione delle linee guida per la presa in carico dei minori a rischio.
I tassi di occupazione femminile sono ancora molto bassi, soprattutto nelle regioni del Sud. Quali ricadute ha la scarsa presenza delle donne nel mercato del lavoro sulla condizione dei bambini e degli adolescenti?
A questo proposito mi preme ricordare che le università calabresi sono piuttosto recenti: la prima risale al 1972. Fino a quel momento le ragazze che le frequentavano erano poche, per motivi economici ma anche culturali. L'istituzione delle università nella nostra regione ha determinato cambiamenti molto importanti, che hanno consentito a tanti genitori di far proseguire negli studi i propri figli. In questi ultimi anni, però, si è ritornati a una situazione molto critica, a causa della forte disoccupazione. La scarsa presenza delle donne nel mondo del lavoro comporta un grave danno per i minori, anche perché non siamo riusciti ad allontanarci da una cultura familistica che ha sempre negato il diritto all'accesso ai servizi educativi. Molte donne oggi sono penalizzate sia perché non entrano nel mondo del lavoro sia perché non possono esercitare il loro diritto alla maternità.
La rete del volontariato riesce ad avere un ruolo forte nel lavoro quotidiano di enti e istituzioni che si occupano di minori?
La rete di volontariato è ben presente nella nostra regione. Le associazioni e le altre realtà di volontari dovrebbero collaborare con le istituzioni locali, ma, in una situazione come quella attuale di carenza di servizi, fanno fatica a integrarsi nel territorio. La crisi generale si ripercuote, quindi, anche sul loro impegno.
Qual è la situazione dei minori migranti?
Al momento sono circa trecento i minori migranti presenti sul nostro territorio. E' una situazione molto difficile, che stiamo affrontando e discutendo.
Come si può intervenire per combattere il fenomeno della dispersione scolastica?
In Calabria la dispersione scolastica è altissima. Occorrerebbero, anche in questo caso, équipe multidisciplinari composte da varie figure professionali che lavorino esclusivamente su questo fronte, monitorino il fenomeno e capiscano come intervenire nel modo più efficace.
Qual è il bilancio del suo primo anno di attività, il 2011?
Con la mia nomina la Calabria ha, per la prima volta, un proprio garante per l'infanzia e l'adolescenza. Si tratta di un traguardo molto importante, con il quale si porta a compimento un percorso iniziato con l'approvazione della legge regionale che ha istituito la figura del garante. C'è stato un primo periodo di lavoro molto intenso per l'individuazione della sede e del personale e, in generale, per tutti gli adempimenti necessari per l'avvio dell'attività del garante, in una situazione di scarsità di fondi. A fronte di queste difficoltà iniziali, mi ritengo molto soddisfatta, perché è partita un'idea di lavoro collettivo sulla tutela dei diritti dell'infanzia, che coinvolge figure di grande professionalità.
(Barbara Guastella)
Ultimo aggiornamento: 03/05/2012 - 11:34