Novanta progetti, tra azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolti a ragazzi e pre-adolescenti, formazione per insegnanti e operatori del settore, sostegno alla genitorialità: è la mappatura degli interventi mirati a combattere la violenza sull’infanzia, che emerge dallo Studio Multi-Paese sui drivers della violenza, effettuato da un team interno all’Istituto degli Innocenti, in collaborazione con Unicef Office of Research. Un’analisi complessa e strutturata che permette oggi di avere un quadro complessivo del sistema di welfare per minori e famiglie in Italia e mira, domani, ad individuare gli strumenti più efficaci.

SOGGETTI

Il sistema degli interventi nel nostro Paese si basa sul ruolo delle municipalità e delle Aziende sanitarie locali. In aggiunta a questi servizi pubblici di base che normalmente sono su base permanente, una serie di progetti “a tempo determinato” sono realizzati dal terzo settore, in autonomia o in collaborazione con la pubblica amministrazione. Questi interventi possono usufruire di finanziamenti pubblici o possono essere basati su finanziamenti privati di cui si avvalgono le associazioni.

LEGGI DI RIFERIMENTO

Per quanto riguarda i progetti e gli interventi per i bambini, la legge n. 285 del 28 Agosto 1997 ha sviluppato e consolidato interventi regionali e locali, mentre la legge n. 328 dell’8 novembre 2000 ne ha ridefinito l’organizzazione. La legge 328/2000 si inserisce poi nell’ambito di un’azione di pianificazione più ampia volta a ridefinire le responsabilità dei governi regionali, a cui è stata data competenza esclusiva in area sociale attraverso l’approvazione della legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001.

LA MAPPATURA

La mappatura effettuata dai ricercatori dell’Istituto degli Innocenti ha preso in considerazione:

  • Enti pubblici che realizzano progetti a livello nazionale (ad esempio ministeri nazionali quali il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il MIUR, il Ministero della Salute, il Ministero degli Affari Esteri, la Polizia Postale e delle Comunicazioni).
  • Enti pubblici o associazioni che realizzano progetti a livello locale attraverso fondi pubblici
  • Le associazioni/ONG più importanti che operano nel campo della protezione e promozione dei diritti dei bambini
  • Alcuni progetti finanziati attraverso fondi dell’UE

GLI INTERVENTI

In totale sono stati individuati circa 90 progetti, molti dei quali comprendevano più di un intervento. Perquanto riguarda la tipologia degli interventi, la più comune è risultata essere quella della sensibilizzazione sulla violenza all’infanzia (48 interventi), seguita da interventi di prevenzione della violenza nelle scuole rivolta agli studenti e/o insegnanti (44), programmi di supporto alla genitorialità (24), visite domiciliari (14), formazione rivolta agli operatori che lavorano con i bambini (13).

SENSIBILIZZAZIONE

La tipologia degli interventi di prevenzione e sensibilizzazione della violenza nelle scuole è la più comune tra i progetti individuati. All’interno di quest’ampia tipologia, gli interventi si sono concentrati su diversi argomenti e hanno adottato varie metodologie. Per quanto riguarda la metodologia utilizzata, si è fatto riferimento a:

  • educazione tra pari sulla prevenzione della violenza di genere e sulla discriminazione;
  • life skills;
  • educazione sessuale/affettiva, (incluso sulla prevenzione della violenza intima, la prevenzione della violenza omofoba e la prevenzione di abusi sessuali sui minori).

NELLE SCUOLE

Gli interventi nelle scuole generalmente mirano, da un lato, a sviluppare la capacità degli insegnanti di riconoscere e rispondere ad abusi e maltrattamenti e, dall’altro, a lavorare con i bambini e gli adolescenti sull’educazione sessuale ed affettiva, la violenza di genere, il bullismo, il riconoscimento degli stereotipi, i pregiudizi e i rapporti violenti. Inoltre, tali interventi si concentrano sempre di più sulla media education e sull’individuazione dei rischi associati all’utilizzo di Internet e dei social media.

CAMPAGNE

Tra le campagne di sensibilizzazione, la campagna del “fiocco bianco” emerge come particolarmente innovativa in quanto si concentra sugli uomini, in particolare sui ragazzi nelle scuole, al fine di prevenire la violenza di genere.

GENITORI

Anche i programmi di supporto alla genitorialità e le visite domiciliari rappresentano una tipologia frequente di interventi. Questi sono normalmente volti a prevenire il maltrattamento dei minori attraverso interventi precoci a livello familiare basati su un’identificazione precoce di situazioni di maltrattamento o di rischio e a promuovere l’attaccamento e le buone relazioni tra bambini e genitori. La maggior parte degli interventi si rivolge soprattutto alle madri, ma coinvolge anche i padri. Inoltre, questi interventi facilitano l’avvicinamento dei genitori ai servizi sociali disponibili sul territorio. Il progetto più significativo in questo settore è il programma nazionale PIPPI (Programma per prevenire l’istituzionalizzazione), che dal 2011 ha coinvolto un numero elevato di operatori, famiglie e bambini. Il programma adotta una metodologia innovativa fondata sull’idea che una famiglia con difficoltà venga aiutata da un’altra famiglia, a disposizione per fornire supporto attraverso rapporti fondati sull’amicizia.

FORMAZIONE

Tra i progetti che si sono concentrati sulla formazione degli operatori che lavorano con i bambini, la maggior parte di essi si è concentrato sulle figure degli educatori e degli assistenti sociali, ma anche degli operatori sanitari e della polizia. In alcuni casi, i progetti avevano lo scopo di formare gruppi multidisciplinari composti da professionisti della salute, servizi sociali e educatori con l’obiettivo di monitorare le situazioni di rischio e di fornire un intervento precoce.

BULLISMO E SOCIAL MEDIA

Per quanto riguarda l’argomento specifico affrontato dagli interventi, 17 di essi si sono concentrati sulla prevenzione del bullismo in tutte le sue forme, compreso il cyber-bullismo. Inoltre, un buon numero di progetti (13) è stato dedicato alla prevenzione della violenza attraverso l’uso di Internet e affronta nuove forme di crimini, come il grooming, il cyber-bullismo, il sexting etc. Altre tipologie di interventi comprendono programmi di tutoraggio (3) e linee di emergenza telefonica (3). Per quanto riguarda il contesto, la maggior parte degli interventi si svolgono nel contesto scolastico e domestico, mentre alcuni comprendono anche il coinvolgimento dei servizi sociali e delle unità sanitarie locali. Altri luoghi importanti sono i siti web e i social media. Alcuni progetti si sono svolti nell’ambito associativo, in un caso in un contesto religioso (chiesa) e in un altro caso nel contesto carcerario, al fine di evitare il ripetersi di casi di violenza.

FINANZIAMENTI

I progetti sono per lo più sostenuti da finanziamenti pubblici, grazie in particolare a fondi nazionali, compresa la legge 285/97, l’Avviso Pubblico del Dipartimento per le Pari Opportunità, fondi di specifici ministeri, come ad esempio il Ministero del Lavoro e degli affari sociali (per il progetto PIPPI), il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Dipartimento della Gioventù e la Polizia di Stato. Finanziamenti regionali o comunali, compresi quelli forniti dalle Commissioni locali per le pari opportunità, contribuiscono notevolmente al finanziamento di progetti. Alcune associazioni sono in grado di sostenere gli interventi attraverso propri fondi o grazie ad altri contributi privati, ad esempio erogati da fondazioni. Infine, alcuni dei progetti più grandi sono finanziati da fondi comunitari.

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Ultimo aggiornamento: 09/08/2023 - 12:57