Serious game: imparare giocando on line

Sono passati 6 anni dall'uscita di "Tutto quello che fa male ti fa bene", il libro di Steven Johnson ormai diventato un classico, in cui il giornalista e divulgatore scientifico statunitense dimostra come la cultura di massa sia capace di renderci più intelligenti.
Sono i videogiochi il primo medium che Johnson analizza nel suo volume , chiedendosi per quale motivo i ragazzi siano disposti ad assorbire un gran numero di informazioni quando queste vengono loro fornite sotto forma di videogames e arrivando a concludere che questi sono capaci di renderci più intelligenti.
Mentre si gioca cambia il modo di pensare, i videogiocatori sono costretti a decidere e assegnare priorità e proprio il problem solving e la capacità di ordinare per priorità gli obiettivi da raggiungere, che Johnson definisce telescoping, sono le principali caratteristiche che si apprendono dai videogiochi. La capacità di risolvere i problemi immediati senza mai perdere di vista la strategia generale e di pianificare le azioni future non rientrano nell'insegnamento tradizionale che invece può essere arricchito grazie alle opportunità fornite dalle nuove tecnologie.

Ormai anche le istituzioni, le scuole e gli insegnanti hanno compreso le potenzialità dei videogiochi in campo educativo, basta pensare a ProActiveFostering Teachers' Creativity though Game-Based Learning – un progetto europeo attivo dal gennaio 2010, dove in appositi spazi di apprendimento gli insegnanti possono sviluppare giochi educativi attraverso software dedicati. Un progetto importante che mira a sviluppare la creatività e la flessibilità degli insegnanti, caratteristiche fondamentali per rapportarsi con i nativi digitali, cresciuti con internet e consolle. I videogames sono capaci di abituare i ragazzi anche al learning by doing, insegnando loro a imparare da ogni errore commesso per poter superare gli ostacoli e progredire nel gioco.

Sempre dall'Europa arriva la possibiltà di partecipare al concorso European Best Learning Game Competition aperto ad aziende, professionisti e non professionisti che si chiuderà il 22 aprile per la realizzazione di learning game. Molto interessante la categoria dei non professionisti che possono partecipare semplicemente con un'idea e uno storyboard che la racconta: porte aperte quindi a studenti e insegnanti che volessero cimentarsi con i videogiochi educativi. Il concorso giunto al secondo anno ha visto tra i finalisti un solo progetto italiano, questo riconferma il fatto che è necessario un salto in avanti del nostro paese in campo tecnologico dato che il Global Information Technology Report del World Economic Forum vede l'Italia soltanto 51esima per tecnologia e innovazione.

Sono tanti i campi in cui i video giochi potrebbero essere utili, FaceSay per esempio è un gioco interattivo per il riconoscimento facciale che i ricercatori dell'Università dell'Alabama hanno sperimentato insieme ad alcuni bambini autistici con risultati assolutamente positivi. Non soltanto i bambini hanno migliorato la loro capacità di riconoscere i volti e le emozioni dipinte sui volti delle persone, ma sono riusciti poi a interagire meglio anche con i bambini che incontravano al parco e comunque in contesti non legati al videogioco.
(francesca conti)

Ultimo aggiornamento: 19/06/2012 - 10:23