Diritto allo studio degli alunni adottati, CAI e MIM aggiornano le Linee di indirizzo
All’Istituto degli Innocenti una due giorni di formazione per il mondo della scuola
14 Novembre 2023
Area di attività
Dal 2012 al 2021 sono stati adottati in Italia 17.610 bambini, e nel tempo sono progressivamente aumentate le età degli adottati internazionalmente: nel 2020 i bambini con oltre 10 anni erano il 16% e quelli tra i 5 e i 9 anni il 55,8%. Questi bambini si trovano subito proiettati nel mondo della scuola ed è quindi necessario far sì che il mondo scolastico, parallelamente a quello familiare, possa garantire loro ulteriori strumenti per un sereno percorso di crescita personale. A questo scopo le “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni che sono stati adottati”, redatte nel 2014 sono state ora aggiornate per poter meglio rispondere alle esigenze di bambini, ragazzi, famiglie e insegnanti. Le nuove linee guida, redatte dalla CAI e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, sono state al centro di una due giorni di approfondimento e formazione ospitata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze. L’evento è stato promosso dalla Commissione per le adozioni internazionali e dal Ministero dell’istruzione e del merito in collaborazione con l’Istituto.
L’Istituto degli Innocenti collabora da molti anni con la Commissione per le adozioni internazionali per la promozione di una nuova cultura dell’adozione più attenta alle esigenze specifiche di bambini e ragazzi e, in particolare, ha realizzato numerosi interventi di ricerca e formazione in tema di inserimento scolastico di bambini adottati. Ricordiamo, tra gli altri, la prima ricerca sul tema nel 2003 e la pubblicazione del volume “Viaggio nelle scuole” che costituisce uno strumento di grande utilità per gli insegnanti per conoscere i sistemi scolastici dei paesi di origine dei minori adottati.
La situazione in Italia
La realtà dell’adozione è, da tempo, ampiamente diffusa nella nostra società: dal 2000 al 2018, i bambini e i ragazzi adottati internazionalmente sono stati circa 49000, ai quali si aggiungono circa 19000 bambini e ragazzi adottati nazionalmente. Conseguentemente, anche la presenza di alunni e alunne adottati nelle scuole italiane è divenuta un fenomeno quantitativamente rilevante. La condizione adottiva non corrisponde un’uniformità di situazioni, ma è innegabile che ad essa possono essere connessi alcuni fattori di rischio e di vulnerabilità da prendere in considerazione per mettere in campo un’accoglienza scolastica in grado di garantire il benessere di questi alunni.
Le aree di criticità
In un numero significativo di bambini adottati si evidenzia la presenza di aree critiche che devono essere attentamente considerate. Tra queste si possono rilevare in particolare difficoltà di apprendimento o difficoltà psico-emotive. Inoltre i bambini adottati internazionalmente possono provenire da Paesi prevalentemente rurali, con strutture sociali fragili, dove il tasso di analfabetismo o di abbandono scolastico precoce è rilevante. I bambini che provengono da tali situazioni potrebbero aver ricevuto un’esigua scolarizzazione o non averla ricevuta affatto. Negli ultimi anni, infine, sono andate significativamente aumentando anche le cosiddette “adozioni di bambini con bisogni speciali” che necessitano quindi di attenzioni altrettanto “speciali”.
Le linee guida per l’inserimento scolastico: le buone prassi
Il documento redatto dalla CAI e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito evidenzia le buone prassi relative all’inserimento scolastico dei bambini adottati e partire dall’insieme di quegli adempimenti e provvedimenti con cui si formalizza il rapporto dell’alunno e della sua famiglia con l’istituzione scolastica. Tra le possibili problematiche c’è la mancanza della documentazione definitiva e del codice fiscale del figlio al momento dell’iscrizione a scuola. In questo caso la presentazione della domanda di iscrizione online è comunque consentita con “codice provvisorio”, che, appena possibile, l’istituzione scolastica dovrà sostituire con il codice fiscale definitivo. In ogni caso, poiché non può essere possibile prevedere il momento di arrivo dei bambini nei nuclei familiari adottivi, è comunque consentito alle famiglie di iscrivere ed inserire i figli a scuola in qualsiasi momento dell’anno. In caso di adozione nazionale, per evitare il rischio tracciabilità, per gli alunni/studenti in fase di collocamento provvisorio (che quindi mantengono i dati anagrafici originali), l’iscrizione è effettuata dalla famiglia affidataria direttamente presso la scuola prescelta. Le scuole sono tenute ad accettare la documentazione in possesso della famiglia anche quando la medesima è in corso di definizione. Sarà il dirigente scolastico a decidere la classe d’inserimento in accordo con la famiglia, e recependo i pareri dei professionisti che seguono la seguono, considerando anche la possibilità, in casi particolari, di procedere ad un inserimento in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all’età anagrafica. Per quanto riguarda i tempi di inserimento dei bambini e dei ragazzi adottati, le linee guida prescrivono che le tempistiche effettive siano decise dal dirigente scolastico, sentito il team dei docenti, in accordo con la famiglia e con i servizi pubblici e/o privati che sostengono ed accompagnano la stessa nel percorso adottivo.
Ambito comunicativo relazionale: le buone prassi
I momenti dell’accoglienza e del primo ingresso sono fondamentali per il benessere scolastico di ogni bambino e bambina ed in particolare di quelli adottati. L’accoglienza, l’integrazione e il successo formativo del bambino che è stato adottato a scuola possono essere garantiti solo attraverso un processo di collaborazione tra famiglia, istituzione scolastica, servizi territoriali, enti autorizzati e gli altri soggetti coinvolti. Al fine di agevolare tale lavoro di rete, è auspicabile che ogni istituzione scolastica individui un insegnante referente sul tema opportunamente formato che potrà essere d’ausilio anche in fasi successive. Dopo un primo periodo di inserimento scolastico e sulla base delle capacità manifestate, alcuni bambini possono manifestare il bisogno di passare ad una classe inferiore o successiva. La scuola deve pertanto prevedere la possibilità di consentire il passaggio a classi diverse attraverso specifici percorsi di flessibilità, ma è anche possibile prevedere, laddove si mostri necessario, la possibile elaborazione di un piano didattico personalizzato in ogni momento dell’anno. Un’altra criticità per i ragazzi adottati internazionalmente può essere legata alla nuova lingua familiare. In questo caso l’esperienza maturata in questo campo indica quale fattore facilitante l’affiancamento di un compagno tutor e, se possibile, di un facilitatore linguistico.
La continuità nel percorso scolastico
Anche dopo aver superato la prima delicata fase dell’inserimento scolastico, i bambini e i ragazzi adottati possono continuare a richiedere attenzioni particolari. E’ quindi auspicabile l’attivazione di buone prassi che facilitino il progredire del percorso scolastico di questi ragazzi, quali:
- un accurato scambio di informazioni;
- una particolare cura dei rapporti scuola-famiglia;
- l’individuazione di un insegnante all’interno del consiglio di classe che rappresentare un riferimento privilegiato per il ragazzo e per la sua famiglia;
- l’attivazione tempestiva di interventi ad hoc quando si ravvisino difficoltà nell’apprendimento;
- una particolare attenzione al clima relazionale di classe;
La multidimensionalità della condizione adottiva, infine, richiede che l’inserimento scolastico degli studenti che sono stati adottati sia adeguatamente accompagnato e sostenuto attraverso un lavoro coordinato tra scuola, famiglia, Servizi socio-sanitari, Associazioni familiari e altri soggetti che si occupano di adozione sul territorio.
Ultimo aggiornamento: 14/11/2023 - 17:36