La tavola rotonda della conferenza finale di EcaRom a Vilnius (Lituania)

La tavola rotonda della conferenza finale di EcaRom a Vilnius (Lituania)

“La cura è tutto ciò che facciamo per mantenere, prolungare e riparare il nostro “mondo” in modo che possiamo vivervi nel miglior modo possibile e include i nostri corpi, noi stessi e il nostro ambiente, il tutto intrecciato in una complessa rete che sostiene la vita”. Lo scriveva nel 1993 Joan Tronto, esperta di studi di genere di fama internazionale. Vale ancora oggi. Forse anche di più se applicato ai ruoli di genere nelle funzioni e nei lavori di cura, in famiglia e nella società. Non a caso da lì ha preso le mosse anche la conferenza internazionale di Vilnius (Lituania) del 30 novembre, evento finale di EcaRom, un acronimo che sta per “Early Care and the Role of Men”, ovvero educazione e cura nella prima infanzia e ruolo degli uomini. E’ il nome del progetto europeo che si propone proprio di contribuite a superare gli stereotipi di genere con un focus sulla maschilità nell'educazione della prima infanzia attraverso la formazione di educatori ed educatrici e lo sviluppo di materiali formativi ed attività di sensibilizzazione. Un percorso che ha visto lavorare fianco a fianco sei diverse istituzioni di altrettanti Paesi europei: l’Istituto degli Innocenti per l’Italia, l’Association for gender Issue in Stira per l’Austria, il Center of Women’s Studies and Policies per la Bulgaria, il Dissens Institute per la Germania, il Center for Equality Advancement in Lituania e il Peace Institute in Slovenia.

Disuguaglianza di genere nel lavoro di cura: l’Italia fra i fanalini di coda dell’Ue

“Perché è necessario parlare di mascolinità accudente nell’educazione della prima infanzia” è stata la domanda che ha fatto da filo conduttore a quasi tutte le attività di EcaRom e che ha aperto anche la conferenza finale di Vilnius. Alcune delle risposte sono arrivate dall’intervento di Daniel Holtermann del Dissens Institute, ente che ha coordinato il progetto. Occuparsene è necessario, in primo luogo, perché in Europa il divario di genere nella partecipazione quotidiana al lavoro di cura familiare è ancora enorme. I dati dei principali Paesi del continente, al riguardo, sono emblematici: in Germania gli uomini vi dedicano due ore e mezzo e le donne quasi quattro. Dati simili anche in Francia, Inghilterra, Olanda e Belgio. Va peggio man mano che si scende verso il Mediterraneo: in Spagna, ad esempio, gli uomini s’impegnano nella cura della famiglia per circa due ore e mezzo al giorno, le donne per quattro e mezzo. E in Italia la forbice è ancora più ampia: poco più di due ore per i primi e più di cinque per le seconde.

“Il permesso mentale per poter essere educatori premurosi”

Lette alla luce di questi dati, assumono un significato non solo profondo ma anche denso di risvolti pratici e operativi, le parole di Joan Tronto con cui Holtermann ha aperto il suo intervento. E quelle di uno degli educatori intervistati nel corso dei focus group organizzati durante il progetto, anch’esso citato dal rappresentante di Dissens: “Dobbiamo parlare di quello che non è visibile – ha detto -, dei motivi per cui i ragazzi non si occupano di cura perché imparano molto presto che occuparsene non è virile. Per questo non li vediamo. E possiamo riuscire a raggiungerli solo se facciamo loro una varietà di proposte in grado di dargli il permesso mentale per poter essere un educatore premuroso”.

Le politiche per promuovere una più equa distribuzione della cura

Al fine di combattere il divario di genere nella cura e di promuovere il concetto di maschilità accudente una serie di misure e di politiche sono state proposte da Gary Barker, direttore dell’organizzazione Equimundo Center for Masculinities and Social Justice, (Stati Uniti), leader a livello mondiale nella promozione di maschilità non violente, eque e accudenti. Barker ha presentato i risultati dello studio multi-paese sulla Man Box(la scatola della maschilità) mettendo in evidenza le azioni strutturali necessarie per promuovere una maggiore equità nell’ambito della cura. Tra esse congedi parentali per tutti i genitori, politiche nazionali che ridistribuiscano la responsabilità della cura tra uomini e donne, politiche sanitarie che promuovano il coinvolgimento dei padri già a partire dal periodo prenatale, misure per una cultura della cura in ambito lavorativo, nelle scuole e nei media che pongano un’attenzione particolare alla responsabilità maschile.

Da Boys in Care a EcaRom

Il punto di partenza è stato l’esito del lavoro di Boys in Care, il progetto europeo di cui EcaRom è stato il naturale proseguimento e che si proponeva di sostenere i ragazzi nel dedicarsi ai lavori di cura. Con EcaRom, invece, l’obiettivo si è spostato sul superamento degli stereotipi di genere già nelle scuole dell’infanzia e primarie quale condizione necessaria per l’affermazione di un modello di mascolinità accudente sostenendo e accompagnando anche il lavoro di educatori e insegnanti a cui è stato dedicato un manuale ad hoc che sarà presentato in Italia a gennaio.

I protagonisti della conferenza di Vilnius

Di tutto questo si è discusso a Vilnius con gli interventi, oltre a quelli già citati, anche della ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti Erika Bernacchi e di Elli Scambor (Institute for Masculinity Research and Gender Studies della Stiria, in Austria), Ziva Humer (Peace Institute, Slovenia), Roza Dimova (Centre of Women’s Studies, Bulgaria). Infine nella tavola rotonda, moderata da Erika Bernacchi, che si è soffermata sulla cooperazione tra stakeholders nella promozione del concetto di maschilità accudente nell’educazione per la prima infanzia, cui hanno preso parte, rappresentanti dei ministeri (Elisabeth Zistler e Benedikt Treschnitzer, rappresentanti dei ministeri autriaci di educazione e affari sociali) , dell’università (Ernesto Vasquez Del Aquil, University College di Dublino, Irlanda) e di centri di ricerca e di intervento (Romeo Bissutti, Men’s Health Care, Austria; Vilana Pilinkaite Sotirovic, Lithuanian Centre for Social Sciences e Danile Holtermann, Dissens).

Ultimo aggiornamento: 02/12/2022 - 17:53