La mostra Halleluja Toscana, fotografie di Paoli, fino al 10 settembre
30 Maggio 2019
Area di attività
Il Museo degli Innocenti di Firenze, in occasione delle celebrazioni del Seicentenario dell’Istituto degli Innocenti, ospita dal 31 maggio al 10 settembre, la mostra Hallelujah Toscana, fotografie di Marco Paoli, accompagnate, nel percorso espositivo, dalle poesie di Alba Donati.
Hallelujah Toscana è un’esplorazione nel profondo, un racconto di una Toscana misconosciuta, fatta di contraddizioni, sfumature, bellezze fuori dall’iconografia classica conosciuta in tutto il mondo. “In questo viaggio – racconta Marco Paoli – ho ritrovato la meraviglia, lo splendore nascosto ai più; ma ho visto e sofferto anche l’abbandono in tutta la sua potenza. Gloriosi passati sepolti e dimenticati; rovine, resti, splendidi edifici dismessi e lasciati a loro stessi. Dove le tracce dell’umanità si perdono e la natura, indisturbata, trionfa… Il titolo è importante, è un gioco di equilibrio tra il sacro e il profano, come nel testo di Leonard Cohen. Hallelujah è un inno, una semplice esclamazione. Talvolta è sarcastica, magari polemica”.
Grazie all’incontro con la poetessa Alba Donati le immagini che compongono questo percorso sono diventate eloquenti. Nel 2017 ne è nato un libro, Hallelujah Toscana, pubblicato da Contrasto, con una prefazione dello scrittore premio Pulitzer Michael Cunningham.
Nel Salone Borghini del Museo degli Innocenti si trova una selezione di trenta immagini in bianco e nero, dove la presenza umana è volutamente assente, anche se l’uomo è l’artefice di ciò che viene fermato in questi scatti. Ci sono le atmosfere spettrali di alcune ville e dei loro giardini, come Villa Corsini a San Casciano, Villa Mansi a Lucca e Villa Garzoni a Collodi, abitate da silenti sculture rivestite di muschio. Ci sono: il parco di Celle con le sue opere contemporanee, il marmo vivido delle cave di Carrara, la Fonte delle Fate a Poggibonsi dove galleggiano i coccodrilli e i corpi rannicchiati di Mimmo Paladino, ma anche il carcere di Pianosa, il Cisternone e le Terme del Corallo di Livorno. Il padule di Fucecchio e la basilica di San Marco a Firenze. Gli Opifici del Lombricese a Lucca, la Giogana di Camaldoli, l’ex sanatorio Banti a Pratolino ed il cimitero dei Pinti a Firenze.
C’è una “silenziosa malinconia” nelle evocative immagini di Marco Paoli, che appaiono così libere di rivelare quelle emozioni nascoste che solo un paesaggio incontaminato sa regalare. Ma c’è anche il mistero di ex ospedali psichiatrici, come quello di Maggiano a Lucca e quello di Volterra, dove ancora rimangono tracce dei graffiti di NOF4 (così si firmava Oreste Fernando Nannetti, che li realizzava con la fibbia della sua divisa, paziente del manicomio dal 1959 al 1973).
“Nell’ambito del nostro Seicentenario che si è aperto con una cerimonia di inaugurazione alla quale ha partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – commenta la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida – siamo felici di promuovere nei prossimi mesi un progetto sostenuto dalla Regione Toscana che valorizza tramite l’immagine fotografica luoghi meno conosciuti della nostra regione che meritano di emergere, un lavoro di ricerca che è affine al nostro impegno a valorizzare il patrimonio storico artistico dell’Istituto degli Innocenti, un patrimonio prezioso ancora poco conosciuto, conservato nel Museo degli Innocenti”.
“E’ un piacere per noi ospitare nel Salone Borghini le evocative immagini di Paoli – dice il direttore generale dell’Istituto degli Innocenti, Giovanni Palumbo - che parlano di una Toscana bella e piena di contraddizioni, di luoghi diversi dalle immagini cartolina conosciute in tutto il mondo. Dopo la mostra Venturino Venturi mater il percorso museale si arricchisce ancora di linguaggi contemporanei grazie all’ interessante racconto fotografico di Paoli”.
Ultimo aggiornamento: 15/02/2022 - 16:09