Tv e minori, un 2010 in salita

Un nuovo codice media e minori e lo sviluppo di attività di media education sono gli obiettivi indicati con forza dal Comitato Media e minori, a chiusura del nono anno di attività e in occasione della presentazione del consuntivo 2010: un'occasione per riflettere sullo scarso rispetto delle emittenti verso bambini e ragazzi.

Sebbene il Codice di autoregolamentazione tv e minori sia stato sottoscritto nel 2002 dalle principali emittenti, le violazioni accertate nel corso del 2010 segnano un aumento del 60% rispetto all’anno precedente e addirittura del 150% rispetto al 2008.

L'inadempienza della televisione italiana nei confronti dell'impegno alla tutela dei diritti dei minori può essere in parte ricondotta alla proliferazione delle reti televisive sul digitale terrestre, ma i dati parlano chiaro: sono principalmente Rai e Mediaset a violare il codice di autoregolamentazione. C'è inoltre un contenzioso aperto del Comitato con Sky per niente intenzionata a sottoscrivere il codice.

Questi sono alcuni dei dati presentati a Roma il 15 marzo a un incontro con gli addetti ai lavori che ha visto la partecipazione di Alessandra Mussolini, presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, Roberto Napoli, commissario Autorità Garante per le Comunicazioni e del presidente del Comitato Media e Minori, Franco Mugerli.

Tutti gli interventi hanno convenuto sulla centralità di internet e sull'impossibilità di parlare ed intervenire sulla tv ignorando la presenza e le caratteristiche del web, capace di integrare e di rendere disponibili senza limiti di orario i contenuti televisivi. «Stiamo assistendo a una invasione della comunicazione nella vita dei ragazzi», ha detto De Rita aggiungendo che <la comunicazione sembra soggettiva e riconducibile quindi ai ragazzi mentre quella che sembra soggettività non è altro che dipendenza». Anche Alessandra Mussolini ha riconosciuto il nuovo ruolo di internet soprattutto per gli adolescenti che ormai hanno abbandonato la tv a favore della rete.

Franco Mugerli ha invece tracciato un quadro delle attività del Comitato, impegnatissimo in quest'ultimo anno, tanto da accertare 72 violazioni, emanare 23 delibere di raccomandazione e adottare 3 documenti di indirizzo: uno legato alla segnaletica nel caso di trasmissioni storiche con immagini molto forti, un altro sulle trasmissioni riguardanti casi di violenze sui minori e l'ultimo sui programmi da mandare in onda in prima serata.
Ampio il catalogo delle violazioni. Si va da Sky, che ha mandato in onda programmi vietati ai minori di 14 anni in prima serata, alle trasmissioni di infotainment che, nella fascia pomeridiana , parlano di temi poco adatti ai minori e soprattutto con modalità di conduzione spesso molto morbose.

Tra i programmi denunciati Pomeriggio Cinque, Uomini e Donne e Amici di Canale Cinque,
Domenica in...l'arena e La vita in diretta di Raiuno e alcuni episodi di telefilm e fiction.
Ma è l'infotainment il genere televisivo messo più in discussione, anche da De Rita che ha sottolineato le responsabilità della conduzione di programmi di questo tipo in cui gli spettatori assistono a dei dialoghi spesso violenti e alimentati dal conduttore di turno in fascia pomeridiana e di conseguenza protetta.
Roberto Napoli ha però evidenziato la scarsa efficacia delle sanzioni e dei richiami anche nella sua esperienza presso l'Agcom nell'attività di contrasto della pubblicità ingannevole e, senza dubbio, il vorticoso aumento della violazioni del codice media e minori conferma la sua opinione.

Diventa quindi necessario promuovere una visione critica dei media da parte dei ragazzi, come del resto indicato nel Decreto Romani che «dispone la realizzazione di campagne scolastiche per un uso corretto e consapevole dei mezzo televisivo[...]” e proprio per questo il presidente Franco Mugerli a nome del Comitato ha chiesto che “si possa avviare nel paese una vasta azione di educazione all'utilizzo dei media».
La diffusione di internet e la massiccia presenza dei minori sui più popolari social network ha reso la necessità di partire a livello nazionale con azioni di media education ancora più pressante. (francesca conti)

Last update: 06/19/2012 - 11:11