I ciucci in tasca - Primi passi alla scoperta del mondo

Torino Schermi Giovani, in collaborazione con il Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza e l'Istituto degli Innocenti di Firenze, dedicano un programma speciale alle rappresentazioni dei primi anni di vita dei bambini da parte del cinema, nell’ambito del Sottodiciotto Film Festival. Il 13 e 14 dicembre, a Torino, si terranno proiezioni e momenti di confronto con registi, operatori sociali e autori televisivi.

La rassegna, denominata I ciucci in tasca - Primi passi alla scoperta del mondo è un omaggio a François Truffaut, il regista che con più sensibilità ha raccontato le prime stagioni della vita. La selezione, curata da Marco Dalla Gassa e Fabrizio Colamartino, propone una serie di film, quasi tutti in anteprima italiana, e mette in evidenza la contiguità tra il modo in cui i bambini scoprono l’altro da sé e le straordinarie possibilità di sguardo e narrazione del cinema quando rifugge dai clichè.

I bambini in età prescolare sono spesso rappresentati dai media in maniera stereotipata e superficiale. La loro immagine si riduce a pochi e commoventi caratteri: sorrisi, gattonamenti o passi incerti, gioco della palla per i maschietti, bambole per le femminucce. I caratteri che emergono sono sempre gli stessi: innocenza, purezza, fragilità. Ma la vita dei bambini non può essere condensata in narrazioni di pochi gesti e smorfie. Nei primi anni di vita i piccoli affrontano scelte, conoscenze, emozioni che costituiscono per loro passaggi fondamentali di una vita ricca e complessa, meritevole di essere raccontata senza ricorrere a categorie e linguaggi abusati.

Come spesso accade tocca al cinema, e al documentario in particolare, entrare in punta di piedi in quest’universo, per certi versi sconosciuto, per riuscire a cogliere lo straordinario che c’è nel quotidiano, la trasformazione che cova nel gesto comune e nelle piccole conquiste. Da queste convinzioni si muove I ciucci in tasca, con l’obbiettivo di conquistare e incuriosire non solo chi si occupa di questa fascia d’età per professione o necessità: psicologi dell’età evolutiva, educatori, famiglie, genitori, e così via ma anche chi ama il cinema e le sue piccole e grandi epifanie.

Si inizia con Sotto il Celio azzurro di Edoardo Winspeare, documentario di “prossimità” ambientato in un giardino dell’infanzia del quartiere romano del Celio, frequentato da 45 bambini provenienti di 32 paesi diversi. E si scopre come già a tre, quattro, cinque anni si possono vivere straordinarie esperienze di interculturalità. Un altro recente lavoro ambientato in una scuola per l’infanzia torinese, nel quartiere di San Salvario e firmato da Daniele Gaglianone, La classe dei gialli, ci conduce in un nido dove la multiculturalità e la pluralità etnica non sono parte di un programma sperimentale da portare avanti tra dubbi e perplessità, ma un fatto già assodato, un elemento “naturale” del panorama scolastico come i giochi, i banchi, i pennarelli, i muri degli edifici.

Una dimensione di confronto e parità di relazioni che emerge ancora più chiaramente nello straordinario lavoro di Claire Simon, una delle più importanti documentariste del mondo, che in Récréations colloca la sua videocamera nel cortile di una scuola materna e mostra come i bambini, autogestendosi il tempo e lo spazio e simulando le attività degli adulti, riescono a raccontare di noi e di loro molto più di quanto pensiamo. Altri film aprono squarci interessanti sul mondo della prima infanzia: sia Avant les mots di Joachim Lafosse sia Déssine-toi di Gilles Porte, sia L’isola dei sordobimbi di Stefano Cattini, si fanno forza di un mondo infantile in cui non è ancora comparsa (o non comparirà affatto) la parola, per rivelare come le forze di una personalità già delineata si incontrano nell’espressività, nel gesto, nel disegno, nel gioco, nel desiderio di auto-rappresentarsi dei più piccoli. Senza parole è anche il breve e spiazzante cortometraggio di Robert Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck, Charlie and the Rabbit.

A far da cornice a questi lavori che si muovono da una prospettiva evidentemente infantile, altri due prodotti divertenti e interessanti che allargano il campo delle rappresentazioni: in Gianburrasca & C. I primi giorni di scuola e anche i secondi di Italo Moscati (di cui si vedranno alcuni brani) il celebre autore televisivo ricostruisce con materiale d’archivio il primo contatto dei bambini con la scuola e le prime forme di ribellione e contestazione dell’autorità; in Nursery University una brillante inchiesta in stile Michael Moore descrive la competizione che si accende tra i genitori della upper class newyorkese per iscrivere i propri bambini nei migliori asili della Grande Mela, luoghi non più percepiti come luoghi di prima educazione, ma come status simbol e primo gradino di ascesa sociale.

Tra i momenti di confronto lunedì 13 dicembre alle ore 18.30 si tiene la tavola rotonda “Chiedo asili”, per interrogarsi sui vecchi e i nuovi modelli di nido e di scuole per l'infanzia, su quanto tali strutture riescano a rispondere alle reali esigenze dei più piccoli e quanto debbano andare incontro a quelle dei genitori. All'incontro partecipano rappresentanti delle istituzioni, scrittori, genitori, pedagogisti e psicologi dell'età evolutiva come Vinicio Ongini, membro dell'ufficio per l'integrazione degli alunni stranieri presso il Ministero dell’istruzione ed autore di vari libri tra cui “Una Classe a Colori. Manuale per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri”, Tullia Musatti, membro della segreteria Gruppo Nazionale Nidi Infanzia, Dirigente di ricerca CNR dove si occupa di innovazione nell’ambito dei servizi per la prima infanzia, Paola Liberace, autrice del libro “Contro gli asili nido”, Giuseppe Borgogno, Assessore alle risorse educative del Comune di Torino, Roberto Marino, Capo del Dipartimento per le Politiche per la Famiglia. A coordinare l’incontro Ferruccio Cremaschi, direttore della rivista “Bambini” e Segretario del Gruppo di Studio Nazionale Nidi e Infanzia.

Ancora il 13 dicembre, alle 20.15, incontro pubblico su “Essere, avere e riprendere”. Presenti alcuni dei registi italiani che hanno lavorato in realtà educative come nidi e scuole per l’infanzia, come Edoardo Winspeare, autore di Sotto il Celio azzurro, Daniele Gaglianone, autore de La classe dei gialli e Gianni del Corral, regista di Colors. Al centro del confronto le possibilità del cinema e del documentario di “riprendere” (in senso filmico ma anche ma anche di saper imporre uno sguardo, un codice) esperienze intime e in qualche misura irrappresentabili come quelle della prima socialità infantile.

Inoltre, martedì 14 dicembre alle ore 18.30, si parlerà con Italo Moscati - documentarista televisivo, autore di Gianburrasca & C. I primi giorni di scuola e anche i secondi - di come la televisione usa la presenza dei bambini per conquistare punti nell’indice Auditel. (f.con.)

Last update: 08/23/2013 - 11:43