Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

Il 20 novembre tutto il mondo ricorda la Convenzione e anche il nostro Paese, ogni anno, lo fa con la Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e l'adolescenza.

Quest'anno le celebrazioni sono state presiedute dalla presidente della Commissione per l'infanzia e l'adolescenza Alessandra Mussolini a Montecitorio dove si è tenuto un incontro che ha trattato il tema Le politiche locali a favore dell'infanzia e dell'adolescenza: i diritto dei minori nella prospettiva del federalismo.
All'incontro è stato invitato l'Istituto degli Innocenti rappresentato dalla presidente Alessandra Maggi.

Ecco il suo intervento:

Ringrazio per aver invitato l’Istituto degli Innocenti a portare qui, oggi, un proprio contributo.
L’Istituto è nato dagli ideali dell’uomo novo del Rinascimento e ha rappresentato la forte assunzione di responsabilità della società del tempo verso i bambini .

L’Istituto portà in sé anche l’esperienza dell’ampia rete dei soggetti pubblici attivi a favore dell’infanzia nel nostro paese, a partire dall’unità d’Italia, in particolare all’indomani della legge Crispi del 1890, che ha rappresentato il primo nucleo di welfare italiano.

Credo non sia rituale dedicare annualmente una giornata di riflessione ai diritti dell’infanzie e dell’adolescenza chiamando a raccolta i molti soggetti che a livello istituzionale e della società civile sono impegnati appunto nella tutela di tali diritti.
Non è rituale perché testimonia un impegno reale, che reciprocamente deve vincolarci nel comune interesse dei bambini e dei ragazzi, e, senza paura di essere eccessivi, direi dei “figli d’Italia”.

Il nostro paese si è dotato, a partire dalla ratifica della Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo, di un corpus di norme importanti e di grande valore ideale e reale. Questo ha posto al centro delle politiche il benessere dei minori ed individuato una forte correlazione fra centro e periferia attraverso strumenti di monitoraggio, di sperimentazione, di innovazione e di affermazione, nei fatti, di uguali diritti di bambini presenti sul territori nazionale.
La Commissione parlamentare, l’Osservatorio sull’infanzia e l’adolescenza e il Centro nazionale, voluti dalla legge 451/97, hanno garantito in questi anni un continuo confronto circa le politiche per l’infanzia e una “lettura” delle condizioni di questa che ha supportato l’azione di governo nazionale e locale.

Questo non nascondendo le contraddizioni e le differenze territoriali ma mantenendo attivo il confronto culturale,e favorendo la necessaria sintesi poi declinata in alcune importanti norme.
Solo a titolo di esempio vorrei ricordare il processo che ha accompagnato la chiusura degli Istituti (con la legge 149/2001) che ha avviato un percorso, certo non concluso, di definitivo superamento della logica assistenziale degli orfanotrofi di vecchia memoria e un forte impegno a favore dell’affido e dell’accoglienza famigliare.

Siamo conviti che sia importante mantenere e valorizzare questi strumenti di governance, voluti dalla Legge 451 anche e soprattutto nella prospettiva del federalismo.

Le politiche dei minori, proprio per il soggetto a cui principalmente si rivolgono, portano agio a tutta la comunità. Sono senza dubbio da intendersi come trasversali e metro di misura del benessere di un paese.
La qualità della vita dei bambini e ragazzi nel proprio contesto, in maggior parte urbano, diventa paradigma e sfida per coniugare sviluppo e sostenibilità, giustizia ed equità.

Ci insegnava Alfredo Carlo Moro, grande ispiratore del diritto minorile in Italia, che ogni bambino nasce già con un suo piccolo carico di aspettative e progetti attribuiti da genitori, nonni e altri adulti che accanto alla mamma e al papà hanno atteso la sua nascita. Oggi, nonostante sia sempre più desiderato (come le statistiche ci confermano), progettato e atteso, un bambino si trova a dover assolvere anche compiti sociali impropri, che sono la proiezione dell’irrequietezza e del senso di inadeguatezza che caratterizza le nostre società e le famiglie.

L’attenzione al mondo dell'infanzia passa attraverso la capacità di decifrare i rapidi cambiamenti indotti dalla rivoluzione tecnologica e dall’ influenza che la società mass mediatica ha sullo sviluppo delle identità in formazione e quindi richiama la necessità di porsi in un atteggiamento di reale ascolto verso i minori e le loro famiglie. Entrambi necessari protagonisti delle scelte che riguardano il loro percorso di vita.

In questo quadro la riforma federalista dello stato può rappresentare senza dubbio una scommessa ed al tempo stesso un passo avanti. Dovrà muoversi, crediamo, nella direzione di preservare uguali diritti per i bambini e i ragazzi su tutto il territorio nazionale e insieme promuovere le energie innovative locali nella ricerca di una sempre più adeguata rispondenza ai diritti dei minori.

A tal proposito il piano dei servizi per la prima infanzia è senza dubbio esplicativo di un percorso virtuoso di federalismo che assegna ad ogni protagonista un ruolo proprio e definito in continuità e sinergia con quello degli altri. L’adeguare il paese agli standard europei non è tanto un obbligo ma un’opportunità che garantisce al contempo un percorso educativo, un sostengo alle famiglie, un contesto di integrazione e crescita di competenze genitoriali.

Un sistema locale integrato di servizi educativi per la prima infanzia, che generalizzi le migliori buone pratiche, è coerente con le regole, le storie e le esigenze del territorio ove si realizza e dà valore all’apporto dei molteplici soggetti che vi operano.

Più in generale, sulla base della nostra esperienza, riteniamo fondamentale lavorare per fare sistema, valorizzando vicendevolmente le attività che i soggetti pubblici, del privato sociale e dell’associazionismo mettono in atto da anni.
L’Istituto degli Innocenti crede molto che sia tempo di muoversi insieme per un’advocacy per attuare i diritti delle nuove generazioni.
Proprio in un momento in cui sembra che i problemi ci sovrastino e che la crisi valoriale ed economica non dia spazio a speranze di cambiamento, proprio ora si deve cambiare la prospettiva: poniamo al centro i bambini e i ragazzi che sono sicuramente parte della soluzione dei problemi che abbiamo di fronte.

Alessandra Maggi

Last update: 06/21/2012 - 09:42