Esclusione sociale

«É curioso che per alcuni Stati membri la lotta alla povertà non sarebbe una competenze dell’Unione europea, visto che il Trattato di Lisbona la definisce condivisa tra l’Unione e gli Stati». Lo ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ospite della conferenza aggiungendo: «Noi rispettiamo i sistemi nazionali dell’istruzione ma come potremmo non integrare l’educazione nella Strategia 2020 per l’inclusione sociale?».

Nella giornata conclusiva del convegno, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) chiede con forza un piano di investimenti nel settore dell’educazione per avviare una vera e propria politica comune europea volta a combattere l’esclusione sociale. Questo è il messaggio principale emerso dalla Conferenza Biennale 2010 L'educazione per lottare contro l'esclusione organizzata dal CESE in collaborazione con la Regione Toscana, che si è svolta a Firenze, all'Istituto degli Innocenti dal 20 al 22 maggio.

«Il primo passo per una politica europea di lotta all’esclusione sociale è lanciare un Libro Verde dedicato all’educazione come strumento per combattere la povertà e l’esclusione - ha detto il presidente del CESE Mario Sepi - Invitiamo la Commissione europea a dare seguito alla nostra richiesta il prima possibile tenendo conto del prezioso apporto che la società civile può offrire in questo campo». Questa iniziativa rientra nei nuovi poteri attributi al CESE dal Trattato di Lisbona, che nell’articolo 11 pone le basi per una vera democrazia partecipativa a livello europeo. Le proposte del CESE sono in linea con le conclusioni del Consiglio Ue Istruzione, Gioventù e Cultura del 10-11 Maggio 2010 che sottolineano che alti livelli di occupazione e una rafforzata coesione sociale sono cruciali per consentire all’Europa di sviluppare un’economia basata sulla conoscenza.

Il CESE supporta questa linea e nel documento finale adottato dalla Conferenza Biennale richiede di andare oltre, promuovendo nuovi indicatori per la Strategia Europa 2020 in materia di educazione e lotta alla povertà. In particolare il CESE promuove indicatori capaci di misurare il valore aggiunto dell’educazione durante l’infanzia sulla riduzione dell’esclusione sociale.
Per far fronte all’aggravarsi della situazione sociale in Europa, il CESE propone quindi un nuovo approccio basato su una maggiore attenzione all’educazione come strumento per garantire l’inclusione sociale. Nasce da qui la proposta di un Libro Verde sul tema L'educazione per lottare contro l'esclusione, che dovrà costituire uno sbocco concreto alla mobilitazione della società civile. Il CESE ritiene che il Libro Verde sia lo strumento adeguato per avviare l'attuazione della Piattaforma europea contro la povertà, che rappresenta una delle iniziative faro della Strategia Europa 2020.

Il Libro Verde può aprire la strada a programmi per incoraggiare l'innovazione sociale e portare soluzioni innovative in materia di educazione, formazione, occupazione, lotta contro le discriminazioni e integrazione degli immigrati. L’iniziativa acquisisce ancora più importanza nell'Anno europeo dedicato alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale, e in un momento di crisi economica e sociale che rischia di aumentare il già elevato numero (circa 80 milioni) di cittadini europei che vivono sotto la soglia di povertà.

Nell’ottica del CESE, l’educazione deve essere volta a dare nuove opportunità alle fasce più disagiate della popolazione, una sorta di ascensore sociale. Ma allo stesso tempo, l’educazione deve avere una componente qualitativa capace di sradicare la discriminazione e gli stereotipi. «Anche i ricchi hanno bisogno di essere educati», ha sottolineato Mario Sepi nel corso della conferenza di Firenze. (francesca coppini)

Last update: 07/27/2012 - 16:53