La Giustizia mite è uno dei temi sui quali si dibatte da anni e di cui si è discusso durante la conferenza “Una giustizia mite:proposte problemi, riflessioni” (Firenze, Istituto degli Innocenti, 22 febbraio 2010). Elena Zazzeri, avvocato del Foro di Firenze, vicepresidente dell'Unione nazionale camere minorili e consigliere di amministrazione dell'Istituto degli Innocenti è stata uno dei relatori dell'incontro dove ha parlato sul tema La mitezza nelle procedure minorili e familiari.

Negli ultimi venti anni ci sono stati diversi cambiamenti sui diritti dei minori. Come si è modificato l'approccio della Giustizia?
Non è un approccio uniforme. Oggi però c'è una diversa attenzione al minore che è vissuto come cittadino e non solo come oggetto del diritto ma come soggetto del diritto. Questo grazie alle convenzioni europee e al mutamento della società.

Significa che la società italiana è più matura?
In genere, per quanto riguarda il diritto dell'uomo, non è matura. Basta sfogliare qualsiasi giornale per vedere che si introducono reati per il solo fatto di essere diversi. Questo per il nostro paese è un grande problema che va contrastato a livello di giustizia. Non dimentichiamo che in Italia abbiamo una storia di Diritto minorile, unica in Europa e nel mondo, che però contrasta profondamente con una parte della nostra società e in parte la condiziona. A volte si cerca di essere più severi con i minori che non hanno voce, che con gli adulti.

Sul tema del convegno sulla giustizia minorile mite, non c'è il rischio che la mitezza venga scambiata per debolezza?
Mitezza significa diritto ragionato, quindi garantito. Le parti in causa sono a conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, è un modo più vero e garantista di fare diritto.

Quanto si sta diffondendo il concetto di giustizia mite?
Sinceramente non molto. É più diffuso tra gli operatori in senso stretto mentre tra gli stessi giudici minorili, a volte, c'è resistenza. É più comodo appiattirsi su vecchie regole o su relazioni preparate da terze persone piuttosto che lavorare su un impatto quotidiano per arrivare al diritto giusto per quella specifica situazione in quel momento. Ovviamente senza prescindere dalle regole.

Il Manifesto per una giustizia minorile di Francesco Paolo Occhiogrosso sembra un punto fermo nel rapporto fra giustizia e minori. Secondo la sua esperienza che sviluppi ci possono essere nei prossimi anni?
É molto difficile da prevedere con la situazione attuale anche perché stiamo lavorando senza strutture. Purtroppo la nostra giustizia è allo sbando, anche a causa della mancanza di personale. Dopo vari ricorsi si arriva a dichiarare l'adottabilità di un bambino quando il piccolo ha tre anni e mezzo. Non si può cancellare, fare il reset a un bambino come se fosse un computer. Se a tre anni e mezzo viene inserito in un'altra situazione volendo cancellare il suo passato gli viene creato un enorme trauma. Voler lavorate sulla giustizia mite, quindi condivisa e garantita, significa cercare di superate un problema serio che sta diventando una grande ingiustizia nei confronti dei cittadini, soprattutto quelli più deboli come i minori.

Non è un vantaggio il fatto che l'Italia sia avanti rispetto ad altri Paesi?
Il nostro paese è avanti nell'introdurre il concetto del Diritto minorile ma non si può dire che adesso sia avanti anche a causa della lunghezza delle procedure: una grande ingiustizia nei confronti dei minori. Forse siamo avanti rispetto ad alcuni Paesi dell'Est Europa o verso certi concetti giuridici degli Stati Uniti ma su certi principi mi pare che stiamo tornando indietro. Forse il nostro Diritto in senso stretto è il migliore, ricordiamoci di Gian Paolo Meucci e Alfredo Carlo Moro, ma siamo molto fermi nell'applicazione. Però si lavora per unificare il diritto minorile europeo.

Che reti e iniziative esistono a livello europeo?
Esistono reti nel settore delle adozioni e che riguardano la sottrazione di minori; c'è poi la giurisprudenza portata avanti dalla Corte europea. Come Unione nazionale camere minorili stiamo facendo un lavoro molto lungo allo scopo di creare una rete che porti maggiore attenzione e uniformità dei diritti.

(Sandro Pintus)

Last update: 06/29/2012 - 13:53