Ragazzi, sport e violenza

Qualche settimana fa, a Firenze, durante una partita di calcio a cinque dei pulcini (otto anni) delle squadre Firenze Sud e Affrico, i bambini hanno deciso di interrompere la partita per fermare la rissa verbale che i genitori avevano iniziato sugli spalti.

Sabato 9 gennaio, a Cecina, durante una partita di calcio allievi, con giocatori adolescenti, tra le squadre del Palazzaccio e il Livorno 9, c'è stata una rissa che ha coinvolto gli allenatori e i calciatori facendone finire alcuni al pronto soccorso.

Dopo i fatti accaduti nel capoluogo toscano, Barbara Cavandoli, assessore allo Sport del Comune di Firenze, ha voluto vedere il lato positivo del fatto: "Da un episodio spiacevole ripartiamo tutti insieme per trasmettere i veri valori dello sport" e ha deciso di premiare i bambini delle squadre Firenze Sud e Affrico con il Giglio, simbolo di Firenze, offrendo loro, in accordo con la squadra viola, l'ingresso gratuito a una partita Fiorentina-Bari del 10 gennaio. I baby giocatori sono stati ringraziati “per l'importante gesto e perché in quella situazione non c’era più divertimento e hanno dato una lezione a chi in quel momento non si stava comportando bene”. I bambini hanno infatti mostrato rispetto degli avversari dimostrando maggiore responsabilità degli adulti.

Differente il caso di Cecina dove la violenza è entrata in campo tra coloro che avrebbero dovuto mostrare la bellezza dello sport e della competizione leale, oltre al rispetto dell'avversario. “Dobbiamo imparare dal mondo anglosassone dove vive una cultura sportiva basata sul fair play e sul rispetto dell'arbitro - dichiara Antonio Carigali, vicesindaco e assessore all'Istruzione del Comune di Cecina – Lo sport ha una importante funzione educativa ma da noi esiste una carenza di cultura sportiva. I ragazzi devono imparare che perdere una partita non è la fine del mondo e se qualcuno si comporta male deve essere punito anche con la squalifica. Dal campo di calcio, purtroppo, si vede come è fatto un popolo”.

E' di pochi giorni fa la notizia della sospensione della squadra locale decisa da uno dei dirigenti. Per difendere i valori etici del calcio Luca Bigalli, dg della Virtus Comeana, piccola società calcistica pratese di II categoria della frazione di Carmignano, ha deciso di ritirare la propria scquadra dal campionato. Tra le cause l'ennesima lite tra i suoi giocatori che sono venuti alle mani negli spogliatoi e i ricatti delle famiglie dei calciatori.

Ma per quale ragione accadono questo tipo di episodi? Ugo Bercigli, presidente Uisp Toscana (Unione italiana sport per tutti) dice che bisogna distinguere tra le diverse discipline sportive sottolineando che, nelle gare dilettantistiche, il pubblico è composto soprattutto da genitori. “La violenza in campo tra giocatori è più facile che ci sia in quelle discipline nelle quali c'è gioco di squadra e contatto fisico mentre è più difficile che simili fatti accadano negli sport individuali. Nel calcio i fatti violenti, nonostante ci siano severe sanzioni, li troviamo purtroppo anche a livello amatoriale. Lo sport – spiega - è un momento di tolleranza e di confronto ma quando in TV si assiste ad episodi nei quali i campioni si comportano in modo irrispettoso verso l'arbitro è probabile che questi modi rimangano impressi in chi li vede”.

Dura presa di posizione anche dell'assessore allo Sport della Regione Toscana Gianni Salvadori: “La violenza è sempre da condannare ma diventa deprecabile quando entra negli eventi sportivi che dovrebbero aiutare i giovani a crescere ed essere un percorso che consente di superare i disagi. C'è anche una carenza educativa, una spaventosa tara educativa. Non dimentichiamo poi che i cori razzisti negli stadi possono causare emulazione ed avere altre pesanti influenze”. (sp)

(Ultimo aggiornamento il 19 gennaio 2010. Nella foto i pulcini delle squadre Firenze Sud e Affrico con l'assessore Barbara Cavandoli allo stadio Franchi di Firenze per la partita Fiorentina-Bari del 10 gennaio 2010)

Last update: 11/23/2012 - 11:59