La Giornata mondiale dell'infanzia compie vent'anni

La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia venne approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 20 novembre 1989 ed entrò in vigore il 2 settembre 1990. Tra i paesi che hanno aderito anche l'Italia che l'ha ratificata il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.

Ogni anno, il 20 novembre - grazie alla Convenzione - il mondo commemora la Giornata internazionale dell'infanzia. In Italia, con l'istituzione della la legge 451 del 1997, si celebra la Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e l'adolescenza.

Sono molte le iniziative in programma per questa ricorrenza. Oltre alla Conferenza nazionale sull'infanzia e l'adolescenza, che si tiene a Napoli dal 18 al 20 novembre, ricordiamo, a Genova, la mostra fotografica “Gioco con poco. Come giocano i bambini nel mondo” aperta fino al 30 novembre; a Cernobbio, dal 14 al 22 novembre la “Settimana per i diritti dell'infanzia”; a Faenza, due settimane di attività per bambini con laboratori, visite culturali e convegni; a Roma, nell’aula Paolo VI , in Vaticano un concerto di beneficenza “La luce dei bambini” a favore dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù.

«La Convenzione sui Diritti dell'Infanzia continua a essere di grande attualità e siamo felici che in occasione della Giornata nazionale questo importante impegno venga commemorato con tante iniziative a livello nazionale e locale» dice Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto «Da sei secoli ci occupiamo quotidianamente di promozione della cultura e dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e vorremmo che questi momenti durassero per tutto l'arco dell'anno».

La Convenzione è oggi per tutto il mondo un punto di riferimento fondamentale. E' uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che lo ratificano e offre un quadro di riferimento nel quale si possono collocare tutti gli sforzi compiuti in mezzo secolo a difesa dei diritti dei bambini.

Alessandra Maggi è molto chiara sulla posizione che l'Istituto assume davanti ai diritti dell'infanzia: «E' necessario adottare i principi delle Nazioni Unite come elementi del quotidiano. Vorremmo che l'attenzione dei governi, qualunque essi siano, si esprimesse con azioni e attenzione costante, impegno trasversale e partecipazione che tengano conto dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e delle famiglie. E' necessario investire in servizi e dare a tutti i bambini le stesse opportunità perché tutti hanno diritto a un'accoglienza e ad avere pari dignità. Di qualunque paese essi siano».

Tra i vari diritti indicati dalla Convenzione, fondamentale è per i bambini quello di avere un nome, tramite la registrazione all'anagrafe subito dopo la nascita, così come il diritto alla nazionalità (art.7), all'istruzione (art. 28 e 29), al gioco (art. 31) e anche il diritto di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art. 34).

A due decenni dall'entrata in vigore della Convenzione la condizione di vita dei bambini si è evoluta in molti paesi che cercano di dare concreta attuazione ai principi di tutela e di cittadinanza delle giovani generazioni. Ma nelle aree più povere del mondo anche i diritti fondamentali rimangono inattesi. A cominciare dal diritto al cibo.

A Roma, al XVI summit della Fao sulla sicurezza alimentare, è stato ricordato che ogni giorno muoiono per carenza di cibo e di cure 17mila bambini. Il rapporto UnicefTracking progress on child and maternal nutrition”, presentato l'11 novembre, dice che nei Paesi in via di sviluppo circa 200milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di ritardi nella crescita come conseguenza della denutrizione cronica infantile e materna.

La povertà nega all'infanzia il diritto alla vita, alle cure, al gioco. Per molti bambini e ancor più per le bambine andare a scuola è un lusso che spesso non possono permettersi per mancanza di libri e quaderni.

L'infanzia e l'adolescenza pagano poi i prezzi più alti per i drammi che ancora colpiscono l'umanità come la tratta di esseri umani e la guerra. Secondo i dati sulla tratta dell'Organizzazione internazionale del Lavoro, divulgati lo scorso aprile dal Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) sono minorenni oltre il 50% delle 640mila donne e ragazze che ogni anno vengono trasportate fuori dal loro paese e sottoposte a sfruttamento lavorativo e sessuale. Anche l'Italia non è esente dal fenomeno. Secondo i dati elaborati dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza, dal settembre 2003 al dicembre 2008, i minorenni coinvolti nella tratta sono stati 212, la maggior parte dei quali a Roma, Napoli, Torino e Trieste.

Le guerre poi continuano ad alimentare la piaga dei bambini soldato. Dati delle Nazioni Unite li indicano tra i 250mila e i 300mila. Nei paesi nei quali ci sono conflitti armati, dall'Africa all'Asia, ma anche in America latina, i bambini vengono rapiti nei villaggi e addestrati ad uccidere mentre le bambine diventano schiave del sesso degli adulti. (sp)

Rapporto Unicef “Tracking progress on child and maternal nutrition” (PDF-4.2Mb)
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia (PDF-61kb)

Last update: 07/05/2012 - 09:21