Roberto Volpi, statistico e scrittore, parla del suo ultimo lavoro “Bambini e ragazzi in Toscana. A partire dai dati fuori dagli stereotipi”, pubblicato dall'Istituto degli Innocenti nella collana “Infanzia, adolescenza e famiglia”. Il volume sarà parte centrale alla conferenza "Stanno tutti bene?" Bambini e adolescenti in Toscana: fra garanzia dei diritti, conoscenza e rappresentazione della realtà che si tiene nel Salone Brunelleschi agli Innocenti.

Tra i suoi libri: "I bambini inventati. La drammatizzazione della condizione infantile oggi in Italia" (2001, La Nuova Italia); "Liberiamo i bambini. Più figli, meno ansie" (2004, Donzelli); "La fine della famiglia. La rivoluzione di cui non ci siamo accorti" (2007, Mondadori); "L'amara medicina. Come la sanità italiana ha sbagliato strada" (2008, Mondadori); "Il sesso spuntato. Il crepuscolo della riproduzione sessuale in Occidente" (2012, Lindau)

In questa intervista ci parla del suo lavoro e del benessere dei bambini toscani.

Da qualche anno l'economia italiana è in profonda crisi, una crisi che si sente anche a livello delle amministrazioni regionali e locali. In questo panorama non certo roseo come stanno i bambini della Toscana?

I bambini della Toscana stanno benissimo con indici di benessere che non hanno eguali nel mondo. Questo, nonostante i messaggi negativi dei mass-media. Di loro infatti si parla sempre quando stanno male mentre quando stanno bene se ne parla assai poco. Per esempio solo 1 bambino su 200 rischia di non arrivare al 18° anno di età, se si considera che fino ai 40 anni il primo anno di vita è quello con la maggiore mortalità ci troviamo davanti a un dato straordinario. Anche aggiungendo gli incidenti stradali e i casi di tumore i dati sono bassissimi.

Nel suo libro è molto critico sull'indagine “Okkio alla salute” dell'Istituto superiore di sanità e sul “Libro bianco 2011. La salute dei bambini” della Società italiana di pediatria...

Non capisco per quale motivo essendoci un'indagine nazionale dell'Istat - il principale produttore di statistica ufficiale per l'Italia - realizzata su oltre 5 mila bambini per conoscere regime alimentare, obesita e sovrappeso, si debba fare un'altra indagine come “Okkio alla salute”. Da questa ricerca risulta che la percentuale di bambini in sovrappeso e obesi è superiore di quasi 10 punti percentuali rispetto all'indagine Istat. Questo dato ci pone come Paese che ha le percentuali più alte a livello europeo. Ciò contraddice i dati ufficiali e crea allarme di cui non c'è alcun bisogno.
Riguardo alla ricerca della Società italiana di pediatria, quando si arriva in fondo all'indagine, non si capisce se i bambini stanno bene in salute o stanno male. Lo studio sottolinea un aumento dei i tumori nella popolazione femminile infantile tra 0-14 anni. In Toscana su una popolazione di 450 mila si registrano una decina di decessi all'anno. Il “Libro bianco” mette in evidenza un aumento del 2% su 2 decessi ogni 100 mila. Significa 4 decessi ogni 10 milioni di bambine. In pratica in Italia, su una popolazione infantile femminile di 4,5 milioni risultano 2 decessi. Se ci fosse stata una diminuzione così minuscola sarebbe stata sottolineata? Sarebbe passata giustamente sotto silenzio. In pratica si devono trovare problemi e sia i media che gli esperti nei convegni trattano solo di problemi che toccano i bambini. Nessuno però dice che gli indicatori di mortalità dei bambini italiani, e toscani in particolare, sono tra i più bassi del mondo. Di questo non si parla.

Negli ultimi venti anni come è cambiato l'atteggiamento dei genitori verso i figli?

Oggi i genitori sono molto più protettivi e questo è dovuto alla bassa natalità, una costante comune in tutto il mondo occidentale. I genitori vedono una serie di rischi e pericoli e i bambini non crescono. Ma per diminuire l'iperprotezione dei genitori non esistono rimedi. L'unico sistema è fare più figli.

Lei ha tre figli e tra il secondo a la più piccola ci sono quali 20 anni di differenza. C'è stata una differenza nella loro educazione?

I primi due stavano in un mondo nel quale si sentivano più liberi ma il cambiamento è avvenuto circa una ventina di anni fa ed è collegato al basso tasso di natalità. I miei figli più grandi giocavano per la strada mentre la terza giocava a casa. Poi la scuola ha avuto grandi mutazioni. Prima i genitori non mettevano in discussione né la scuola né i docenti. Al massimo di poteva criticare un insegnante. Oggi i genitori accettano solo le loro regole e non quelle dell'istituzione e, a scapito dei figli, esiste un maggior conflitto insegnanti-genitori. Non si riconosce più l'autorità dell'educare.

Come sono cambiati i comportamenti a rischio nella generazione odierna degli adolescenti rispetto alle altre generazioni?

Con l'aumento delle disponibilità economiche aumentano anche i comportamenti a rischio e aumenta il ventaglio dei rischi possibili come il maggior numero di auto e di scooter e quindi degli incidenti stradali. C'è anche un maggiore consumo di fumo e di alcol pro capite. Non dimentichiamo però che il consumo di vino nei decenni passati era maggiore di oggi ma non se ne parlava.

Perché si parla poco dei minori fuori famiglia?

Quello dei minori fuori famiglia è un argomento che non fa presa sulla gente. Anche se ci fossero numeri maggiori il problema non verrebbe recepito perché non ha immediatezza e non interessa i mass-media che sono portati a drammatizzare su ciò che ha presa sulla pubblica opinione.

(Sandro Pintus)

Last update: 11/22/2018 - 16:36