Sindrome della morte improvvisa del lattante

La SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) comunemente conosciuta come morte in culla è la prima causa di morte, tra l'età di un mese e un anno. Pochi i dati a disposizione.

Secondo statistiche dell'Oms - l'Organizzazione mondiale della sanità - aggiornate al 2004, tra i Paesi dell'Unione europea i numeri più alti riguardano l'Estonia con lo 0,3 per mille (3 ogni 10mila nati vivi) seguiti da Lituania e Romania con lo 0,2 (2 ogni 10mila) Lettonia con lo 0,1 (1 ogni 10mila). Inesistenti i dati che sui casi di SIDS il nostro Paese.

A Firenze esiste Semi per la SIDS, con sedi in Lombardia e Veneto, un'associazione che riunisce i genitori dei bambini vittime della Sudden Infant Death Syndrome. Nata vent'anni fa celebra l'anniversario il 26 febbraio con un convegno organizzato in collaborazione con la Regione Toscana e l'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Una giornata di lavoro che si tiene all'Istituto degli Innocenti (Salone Brunelleschi) nella quale medici, ricercatori, amministratori pubblici e famiglie intendono fare il punto sulla Sindrome della morte improvvisa del lattante.

La mattinata sarà dedicata all’aspetto medico-scientifico con una relazione sullo stato della ricerca. Successivamente un gruppo di medici provenienti da diverse realtà regionali farà il punto delle rispettive situazioni confrontandosi in una tavola rotonda da cui usciranno le linee per un protocollo comune da estendere a tutta l’Italia. Il pomeriggio verrà dedicato ai genitori, alle problematiche relative al lutto e all’associazione. Al termine si terrà una cerimonia in ricordo dei bambini morti per SIDS.

In Italia, presso l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, esiste Centro regionale SIDS dove è medico responsabile Raffaele Piumelli: «Gli unici dati italiani a disposizione sono quelli che riguardano la Toscana con una mortalità che non supera lo 0,3 per mille ma a livello nazionale, non ho timore a dirlo, non c'è nulla. Uno dei punti di forza dell'ultimo decennio è il lavoro portato avanti sui fattori di rischio. Oggi siamo riusciti a ridurre i decessi del 50 per cento, anche grazie a una campagna portata avanti con i genitori».

Dal 2008 è in distribuzione un opuscolo che contiene un decalogo che informa i genitori su come evitare comportamenti a rischio che potrebbero causare la morte in culla. «Far dormire il bambino supino, niente fumo di sigaretta né durante la gravidanza né dopo, evitare la condivisione del lettone con i genitori, favorire l'uso del ciuccio dopo il primo anno di vita sono alcuni dei consigli che diamo ai genitori – dice Piumelli – Lavoriamo anche con i servizi di emergenza e con i pronto soccorso degli ospedali per avere un riscontro autoptico, l'autopsia, che ci permette di sapere se il neonato è deceduto per SIDS. L'associazione poi è molto preziosa perché riesce ad accogliere e sostenere le famiglie colpite dal lutto».

La morte in culla è stata definita come sindrome a sé stante nel 1969. La SIDS riunisce tutti i casi di morte inaspettata e improvvisa dei lattanti che rimane inspiegata anche dopo l'autopsia. É una sindrome multifattoriale, che colpisce generalmente durante il sonno e riguarda patologie cardiache, respiratorie e neurovegetative. (sp)

Il programma della giornata
Il depliant "Per loro è meglio" (file .zip 683kb)

Last update: 06/19/2012 - 12:34