L'autobiografia è memoria

Duccio Demetrio è filosofo e ordinario di Filosofia dell'educazione all'Università Bicocca di Milano. É intervenuto al convegno “Resilienza ed approccio autobiografico nelle adozioni internazionali” che si è tenuto all'Istituto degli Innocenti l'8 e 9 giugno 2010. Ha tenuto una Lectio magistralis sul tema “L'autobiografia nelle adozioni: la scrittura come risorsa nei vissuti di resilienza


Perché l'autobiografia è così importante?

È lo specchio della nostra storia di vita. Abbiamo un'autobiografia che ci portiamo appresso con fatto stesso di vivere, di esserci, di agire che coincide con il nostro corpo e un'autobiografia che è costituita da quella scrittura che racconta la nostra storia di cui siamo gli assoluti protagonisti. Ma va detto che l'autobiografia non è mai sincera con sé stessa. Abbiamo bisogno di prendere consapevolezza e in tempi di grande solitudine sociale l'autobiografia è anche una forma di cura di sé stessi e in certi casi anche di terapia.

Quanto l'autobiografia può aiutare il bambino adottato, la famiglia biologica e la famiglia adottiva?

Quando ci troviamo davanti alla nascita di un figlio nostro o davanti all'adozione di un figlio nato da altri la nostra vita si trasforma inevitabilmente. Spesso sentiamo il bisogno di tenere un diario scritto che ci consente di assumere maggiore consapevolezza. Facciamo un lavoro di carattere introspettivo. Questo significa, davanti all'esperienza di un figlio adottato o di un figlio nostro, lasciare testimonianze, memoria, che poi vengono passate alle generazioni future. Sapere che qualcuno ci guardava, ci vedeva, scriveva di noi è uno degli aspetti più esaltanti della nostra esistenza che ci permette di sentirci meno soli.

Quanto è importante il diario per il bambino adottato dal punto di vista terapeutico?

Non sempre si può chiedere a un bambino di scrivere ma si può chiedere di disegnare alcuni aspetti della sua vita. Il disegno sostituisce senz'altro la scrittura. Per i bambini più grandi se questa scrittura viene promossa stimolata dalla scuola e sostenuta dai genitori fornisce loro uno strumento di importanza educativa straordinaria. Studi dimostrano che il bambino nutrito di cultura scritta sarà più attento, più vivace e creativo. Il diario allora diventa un'attività terapeutica di aiuto e accompagnamento per ricostruire momenti di natura difficile e traumatica.

La memoria è importante anche in casi traumatici ma a volte non è meglio dimenticare? Qualche giorno fa i media hanno parlato di una pillola che aiuta a cancellare i brutti ricordi...

Questo significa prefigurare di cancellare dalla nostra vita il dolore o la sofferenza quando invece ne sono elementi costitutivi importanti. Vuol dire prefigurare un futuro di automi, un uomo e una donna non pensanti. Il pensare è un'attività a volte faticosa e impegnativa e queste pillole hanno lo scopo di cancellare zone della memoria pretendendo di restituire benessere e felicità. Cancellare la memoria significa cancellare l'identità.

(Sandro Pintus)

Last update: 06/26/2012 - 10:45