Resilienza e importanza della memoria per il bambino adottato

«I bambini adottati cercano la loro storia e la scrittura come processo autobiografico li aiuta, come aiuta le famiglie, a mantenere la memoria consentendo un'evoluzione personale». Lo afferma il filosofo Duccio Demetrio (vedi intervista), dell'Università Bicocca di Milano al convegno “Resilienza ed approccio autobiografico nelle adozioni internazionali” che si tiene all'Istituto degli Innocenti.

All'incontro promosso dalla Cai-Commissione adozioni internazionali in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti, ha partecipato Carlo Giovanardi, sottosegretario alle Politiche per la famiglia. Conclude le due giornate di lavoro Daniela Bacchetta, vicepresidente della Cai.

«L'adozione è un gesto di speranza, una possibilità di rinascita – continua Demetrio – e i temi che tratta sono l'attesa, la transizione, il passaggio, lo spaesamento, argomenti molto profondi in tutti gli esseri umani, e adozione significa esilio, origini, fragilità, stati dell'essere e del divenire».

Tra i relatori del convegno anche la pedagogista e psicoterapeuta Elena Malaguti (vedi intervista), docente di Pedagogia speciale all'Università di Bologna e membro del Gruppo di Boris Cyrulnik “Identità, culture e resilienza”. «La resilienza è un processo di ripresa evolutiva, di natura psicologica, psicosociale, culturale, affettiva, sociale che permette a una persona o a un gruppo umano di avere un nuovo sviluppo davanti a un evento traumatico per lui o per lei».

Ma nel processo del bambino adottato viene prima il racconto autobiografico o la resilienza? «Sono due elementi che si intrecciano, differenti ma connessi - spiega la pedagogista - Amo definire la resilienza una forma di riorganizzazione positiva. Il racconto autobiografico attraverso un attento ascoltatore e attraverso altri mediatori dell'educazione aiuta questo processo. Ma anche una persona non resiliente, attraverso il suo racconto autobiografico potrebbe aver bisogno di narrare la sua identità ferita».

Resilienza e approccio autobiografico possono essere trasferiti alle adozioni internazionali che sono basate sulla verifica di un reale stato di abbandono del bambino e vedono nel concetto stesso di sussidiarietà la necessità di costruire percorsi individualizzati e attenti alle storie di vita.

All'incontro partecipano anche rappresentanti dei Paesi di origine dei bambini adottati come la Federazione Russa, Colombia e Bolivia e rappresentanti dei Paesi di accoglienza come Francia e Spagna.

Il convegno conclude e completa il percorso formativo condotto da ottobre 2009 a marzo 2010 al quale hanno partecipato più di 250 operatori ed esponenti delle Regioni e dei Servizi territoriali, degli Enti autorizzati e dei Tribunali per i minorenni. (sp)

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Last update: 06/26/2012 - 10:52