Il 10 maggio agli Innocenti un seminario con esperti anche internazionali fa il punto sulla situazione italiana riguardo alle pratiche per accedere alle informazioni sulla propria famiglia biologica. Presentata in anteprima una ricerca sulle procedure messe in atto dai Tribunali per i Minorenni in Italia.

Firenze, 9 maggio 2013 - Conoscere le proprie origini familiari e biologiche, in una parola le proprie radici, ha una rilevanza non certo indifferente nell'esistenza di ognuno. Per coloro che sono stati adottati, poi, la ricerca della propria storia familiare assume un senso ancora più profondo, legato a un' esperienza personale di abbandono, complessa da affrontare e elaborare in qualunque periodo della vita.

L'Istituto degli Innocenti con la sua lunga storia di accoglienza, riceve quotidiniamente richieste di accesso ai dati sulla propria famiglia da parte di coloro che negli anni sono stati accolti nella nostra istituzione. Per questa particolare sensibilità al tema l'Istituto ha deciso di organizzare, venerdì 10 maggio a partire dalle 9.30, in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano e il patrocinio della Commissione Adozioni Internazionali, un momento di approfondimento sulla ricerca delle origini, con interventi di esperti nazionali e internazionali.

L'Istituto presentarà un'indagine che fa luce sulle diverse modalità di accesso nelle varie zone d'Italia e su quali procedure per l'archiviazione e il disvelamento dei dati vengono attuate dai Tribunali per i minorenni. Varie anche le esperienze internazionali: tra gli altri Anne Brodzinsky, psicologa e psicoterapeuta, racconterà un'esperienza di lavoro con le famiglie biologiche negli Stati Uniti. Raymond Chabrol illustrerà il caso della Agenzia Nazionale per l'accesso alle origini in Francia.

Il diritto dell’adottato ad accedere alle informazioni sulle proprie origini è stato introdotto nel nostro paese con la legge 149/2001, che modificava la precedente norma in tema adozioni. Ciò in attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 e – più in particolare - della Convenzione dell’Aja del 1993 in materia di adozione internazionale. Si tratta di una norma importante che però, sul piano tecnico subisce ancora una difficile applicazione. I Tribunali per i minorenni hanno infatti adottato procedure diverse per archiviare e svelare le informazioni sulle proprie origini.

Inoltre, la questione dell'accesso alle origini incontra, in certi casi, la tutela estrema della madre che ha deciso di partorire in anonimato, le cui generalità resteranno per sempre inaccessibili. Questa possibilità, in italia istituta per legge, tenta di prevenire gli abbandoni alla nascita offrendo a qualunque donna, anche senza documenti di riconoscimento, assistenza sanitaria per partorire il proprio bambino in condizioni idonee.

Last update: 11/22/2018 - 16:33